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Anziana uccisa al parco a Milano: la catenina di Marilena è la chiave per arrivare al suo assassino

La chiave per arrivare all’assassino di Marilena Negri, la 63enne uccisa in un parco a Milano lo scorso 23 novembre, potrebbe essere la catenina che l’omicida della donna le ha strappato dal collo. Un gioiello da cui la donna non si separava mai e che potrebbe essere ancora nelle mani dell’omicida, probabilmente un disperato. La polizia mostrerà presto le immagini della catenina, nella speranza che qualcuno possa riconoscerla o fornire informazioni utili.
A cura di Francesco Loiacono
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La chiave per arrivare all'assassino di Marilena Negri, la 63enne uccisa in un parco a Milano lo scorso 23 novembre, potrebbe essere la catenina che l'omicida della donna le ha strappato dal collo. Un gioiello da cui la 63enne non si separava mai, a detta dei suoi figli, e che potrebbe essere anche la causa indiretta della sua morte. L'ipotesi degli investigatori, che da oltre un mese stanno cercando di dare un nome e un volto all'assassino, è che quanto avvenuto all'alba del 23 novembre sia stata una rapina finita in tragedia: l'omicida – molto probabilmente un disperato che non conosceva Marilena – avrebbe accoltellato alla gola la 63enne proprio per rapinarla della catenina. Forse Marilena, che era uscita presto per portare in giro il suo cane nel parco di Villa Litta, ad Affori, ha cercato di reagire al suo aggressore, che a sua volta le ha sferrato una coltellata o l'ha colpita involontariamente con l'arma per strapparle con la forza il gioiello. Un solo fendente che ha però reciso la carotide della 63enne, morta dissanguata poco dopo l'arrivo dei soccorritori.

Le immagini della catenina saranno mostrate dagli investigatori

Dopo l'Epifania le immagini della catenina saranno mostrate dagli investigatori della squadra mobile, che indaga sull'episodio con il coordinamento del pubblico ministero Donata Costa. La speranza è che qualcuno possa riconoscere il gioiello, riferendo informazioni preziose anche su chi ne è in possesso o ha cercato di venderlo. Le indagini effettuate tra i vari "Compro oro" e i ricettatori non hanno dato finora alcun esito. Così come non sono servite le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nel parco (ce n'era una proprio accanto a dove è stata trovata agonizzante la 63enne): erano orientate male e non hanno ripreso in faccia l'assassino. Dell'omicida non ci sono nemmeno tracce biologiche: al momento della rapina Marilena indossava un paio di guanti e quindi, nell'ipotesi in cui abbia cercato di difendersi, non sono comunque rimaste tracce del Dna del suo assassino sotto le sue unghie. E così, oltre un mese dopo il delitto, l'omicida della 63enne è ancora a piede libero.

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