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Anziana sgozzata al parco a Milano sotto a una telecamera: si cerca uno sbandato senza fissa dimora

Si cerca il killer di Marilena Negri, la 67enne sgozzata ieri mattina nel parco di Villa Litta a Milano mentre portava fuori il cane. Decisive potrebbero essere le immagini riprese da una telecamera di sicurezza, già acquisite dalla squadra mobile. L’ipotesi più plausibile è che possa essersi trattato di una rapina finita in tragedia, compiuta forse da un disperato senza fissa dimora.
A cura di Francesco Loiacono
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Da una telecamera di sorveglianza potrebbe arrivare l'aiuto decisivo per rintracciare il killer di Marilena Negri, la donna di 67 anni trovata sgozzata ieri mattina nel parco di Villa Litta ad Affori, periferia nord di Milano. Vicino a dove è stato ritrovato il corpo agonizzante della donna, che presentava una profonda ferita sul collo, c'è infatti una delle telecamere di sicurezza del Comune di Milano, le cui immagini sono state acquisite dagli investigatori della squadra mobile che indagano sul caso, diretti dal dirigente Lorenzo Bucossi. Altri elementi che potrebbero aiutare nelle indagini per rintracciare l'assassino sono eventuali tracce lasciate dallo stesso: bisognerà per questo aspettare l'esito dei rilievi effettuati dalla scientifica e l'autopsia sul cadavere di Marilena, su cui il killer potrebbe avere lasciato la propria impronta biologica.

L'ipotesi di una rapina finita male: si cerca uno sbandato

L'ipotesi più accreditata sul movente è che possa essersi trattato di una rapina finita tragicamente: la borsa dell'anziana era infatti vuota. L'autore non sarebbe però un rapinatore di professione, ma più uno sbandato, forse un senza fissa dimora alla disperata ricerca di soldi. Secondo il "Corriere della sera" diversi elementi lo fanno propendere: innanzitutto la scelta della vittima, una signora che stava portando fuori il cane di prima mattina e che difficilmente poteva avere con sé molti contanti o gioielli. Poi l'orario stesso della rapina e il fatto che chi l'ha commessa abbia agito nonostante una telecamera a pochi metri.

Altre ipotesi non si escludono a priori, anche se il passato della donna non lascia pensare a nessuna ombra. Marilena Negri, originaria della provincia di Sondrio, era vedova da 12 anni. Casalinga, viveva in una palazzina in via Novaro, a poche centinaia di metri dal parco, con una figlia: gli altri due sono rientrati a Milano ieri dopo la tragedia. Ieri mattina la donna stava portando fuori come sempre Liz, la sua cagnolina di razza Beagle: la tragedia si sarebbe consumata in un lasso di tempo di circa mezz'ora, tra le 6.30 e le 7.

Un testimone a Mattino Cinque: Quando l'ho trovata era ancora calda

A notare il corpo della donna, poco dopo le 7, è stato un passante che la conosceva: i due si incrociavano e salutavano spesso al mattino perché entrambi portavano i propri cani al parco. L'uomo, intervistato questa mattina dalla trasmissione Tv Mattino Cinque, ha detto: "Stavo passeggiando col cane alle 7 del mattino sul vialetto del parco e mentre mi avvicinavo mi sono reso conto del corpo, era una signora che aveva la faccia rivolta verso terra e parte del corpo sul vialetto. Le ho toccato il polso ed era ancora calda". Marilena, in effetti, era ancora viva, anche se agonizzante, quando sono arrivati i soccorritori, che però non sono riusciti a salvarla: "La incontravo tutte le mattine, ci si vedeva sul vialetto e ci si salutava. Ho capito solo dopo che era lei perché aveva una parrucca in testa, io non lo sapevo, c’era il suo cane ma non avevo associato il cane alla padrona". Liz, il cane di Marilena, è stato trovato legato a un palo.

Nella zona uno stupro e una rapina negli scorsi giorni

Se davvero chi ha ucciso Marilena è un disperato senza scrupoli, è quanto mai urgente che il malvivente venga assicurato alla giustizia al più presto. Nella zona, che godeva di relativa tranquillità fino a ieri, i residenti iniziano ad avere paura: ieri hanno ricevuto anche la visita dell'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza e del presidente del Municipio 9 Giuseppe Lardieri. Ci sono altri due precedenti nelle vicinanze che, seppure al momento non hanno alcun collegamento con quanto avvenuto ieri, alimentano le ansie dei residenti: uno stupro e una rapina, compiuti con le medesime modalità (coltello alla gola delle vittime, due ragazze di 21 e 33 anni) in via Majorana e via Enrico Fermi il 13 e il 15 novembre.

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