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Aggressione con acido, perizie psichiatriche per la “coppia diabolica”: spunta l’audio dell’agguato

In tribunale, martedì mattina, si è presentato solo Alexander Boettcher: la sua amante e complice, Martina Levato, è rimasta in carcere. Disposte due perizie su entrambi: i periti avranno 60 giorni per stabilire se erano in grado di intendere e di volere al momento dell’aggressione di via Carcano. Nuova udienza il 28 aprile.
A cura di Francesco Loiacono
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Nuova udienza del processo a carico della "coppia diabolica", che lo scorso 28 dicembre aggredì con acido il 22enne Pietro Barbini in via Carcano, a Milano. Nell'aula della nona sezione penale del tribunale di Milano, però, martedì 10 febbraio si è presentato solo il 30enne Alexander Boettcher: la sua amante e complice, la studentessa bocconiana Martina Levato, con cui nelle altre sedute c'erano stati sguardi e sorrisi teneri, è rimasta in carcere. Potrebbe essere il segno di una piccola frattura nel rapporto – finora ossessivo – tra i due. "Forse si sta registrando uno scollamento, non so, comunque chi è intelligente capisce", ha detto il pubblico ministero Marcello Musso in una pausa dell’udienza.

Perizia psichiatrica per la "coppia diabolica"

Sul fronte processuale, entrambi gli imputati saranno sottoposti a una perizia psichiatrica per valutare la loro capacità di intendere e di volere al momento dell'aggressione – ma ve ne sono anche altre per i quali sono indagati – e la loro eventuale pericolosità sociale. I giudici hanno acconsentito alla richiesta  nonostante l'opposizione del pubblico ministero Marcello Musso. Adesso i periti, Maria Verga ed Erica Poli, avranno 60 giorni di tempo per svolgere le loro analisi sui due imputati. Tutte le parti, le difese di Boettcher e Levato e i legali di Pietro Barbini come parte civile, hanno nominato dei consulenti di parte. Trenta giorni di tempo, invece, è il termine fissato dai giudici per la perizia medico legale che dovrà valutare i danni subiti da Barbini. La prossima udienza è stata fissata per il 28 aprile: per allora tutti gli esperti dovranno presentare le loro conclusioni.

L'audio dell'agguato

Nel corso dell'udienza di martedì 10 febbraio, la difesa di Pietro Barbini ha depositato una traccia audio registrata da un telefonino che Pietro Barbini, la vittima dell'aggressione, aveva dimenticato in tasca. Lo smartphone è della madre del ragazzo, che lo aveva dimenticato in macchina con la funzione registratore inserita. Il ragazzo lo aveva notato e messo in tasca per poi riconsegnarlo a sua madre. Così, col dispositivo inavvertitamente acceso, è sceso dall'auto per andare all'appuntamento con i suoi aggressori, lo scorso 28 dicembre. Impresse nella memoria del cellulare sono rimaste le urla e la sorpresa per l'inaspettato agguato. Adesso questa traccia audio sarà un'ulteriore prova contro la "coppia diabolica".

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