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Sesso con le allieve minorenni, l’ex moglie del maestro di karate: “Non è un mostro”

A pochi giorni dal rinvio a giudizio del maestro di karate di Lonato del Garda, accusato di aver fatto sesso con le sue allieve, anche minorenni, l’ex moglie lo difende: “Giusto che sconti la pena qualora venga riconosciuta la sua responsabilità, ma è anche giusto che prima di buttare una persona sui giornali e in tv come mostro, pedofilo e altro, si approfondisca meglio il tutto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Carmelo C., 43enne istruttore di karate in una palestra di Lonato del Garda, nel Bresciano, sarà processato il prossimo 28 marzo con pesanti accuse, tra cui quella di violenza sessuale su minorenni. Ma, proprio dopo il rinvio a giudizio (con rito abbreviato), l'ex moglie del karateka ha deciso di parlare per raccontare le proprie verità. Dalle colonne del "Corriere della sera" la donna esordisce con due premesse: la difficoltà di esporsi in un momento come questo e anche il non voler assolvere assolutamente l'ex marito dalle accuse, se saranno provate dai giudici. Però la donna non ci sta neanche a far passare l'ex marito per un "mostro": "Voglio sia chiaro che è giusto che il mio ex marito sconti la pena qualora venga riconosciuta la sua responsabilità per gli eventuali reati commessi – ha affermato la donna – ma è anche giusto che prima di buttare una persona sui giornali e in tv come mostro, pedofilo e altro, si approfondisca meglio il tutto".

Il messaggio dell'ex allieva: "Sostituita da una che conosci da neanche un mese"

A spingere la donna a intervenire in difesa del suo ex marito sono state alcune delle testimonianze messe a verbale nelle memoria difensiva del 43enne. Affermazioni e ricostruzioni che racconterebbero una verità diversa rispetto a quanto emerso finora sul conto del 43enne. In particolare, spiegherebbero i veri motivi che hanno spinto una ragazzina, una delle presunte vittime del 43enne, a denunciare gli abusi su altre minorenni: non il desiderio di salvarle da quello che secondo gli inquirenti è "un soggetto dalla totale assenza di freni inibitori", ma una sorta di rivalsa per essere stata messa da parte dall'uomo e sostituita da un'altra ragazzina – anche lei minorenne – nella cornice dei rapporti d'amore, comunque perversi, tra il 43enne e le sue allieve. L'ex moglie di Carmelo C. cita testualmente alcuni dei messaggi della ragazzina, agli atti del processo: "Ho provato ad essere con te ma come faccio nel sapere che vengo sostituita da sta qui che conosci da neanche un mese…Non provare a trattarmi più così". La donna prova ad argomentare: "Forse non si sentiva più al centro dell’attenzione. E forse prima di farsi promotrice della non violenza avrebbe dovuto pensare bene a ciò che stava dicendo e facendo. Soprattutto perché quando si spegneranno i riflettori sarà dura fare i conti con la propria coscienza".

Tre gli imputati nel processo che si apre a fine marzo

Resta il fatto che, per l'accusa, l'ex marito della donna, arrestato a ottobre dello scorso anno, si è reso responsabile di una serie di pesanti reati – violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile, atti sessuali con minori e detenzione di materiale pedopornografico – che avrebbe commesso anche approfittando del suo ruolo per plagiare le sue ex allieve, alcune delle quali minorenni. Saranno i giudici a stabilire se i fatti siano stati "oggetto di enfatizzazione ed esagerazione, anche mediatica", come affermato dall'ex moglie del 43enne, oppure no: nel processo che si aprirà al tribunale di Brescia a fine marzo sono imputati anche altri due adulti che, a differenza di Carmelo C., hanno scelto il rito ordinario.

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