Milano fa retromarcia sul Car free day del 22 settembre. Niente stop alle auto in tutta la città, come speravano gli ambientalisti più radicali, ma nemmeno nella cerchia dei Navigli, come ipotizzato più realisticamente in estate. Quella che doveva essere una domenica a piedi per ricordare la necessità di prendere decisioni urgenti contro cambiamento climatico, una giornata in cui Milano avrebbe dimostrato di fare sul serio e di voler davvero abbracciare la "transizione ambientale" senza scendere a compromessi, rischia di trasformarsi nella giornata delle promesse mancate.
Solo due mesi fa il sindaco Giuseppe Sala si è fatto carico in prima persona della battaglia per l'ambiente ricordando l'urgenza di dare risposte ai giovani che protestano in tutto il mondo. Parole che avevano fatto ben sperare. Per questo era apparsa significativa e coraggiosa la decisione di abbracciare il Car free day anche se in concomitanza con la settimana della moda. Sembrava il modo giusto per fare capire che, finalmente, gli amministratori mettono al primo posto la lotta all'inquinamento senza piegarsi alle esigenze dei grandi eventi e del business.
Car Free Day, Milano si piega alla Settimana della moda: niente stop alle auto
Sembrava, appunto. Perché la scorsa settimana, in occasione della conferenza stampa di presentazione di Milano Bike City, il sindaco ha annunciato un brusco cambio di linea. Lo stop alle auto non è sostenibile in concomitanza con la fashion week. "Sto chiedendo agli assessori Granelli e Tajani di trovare una soluzione. Tendo a non essere mai ideologico, ma di fare le cose più utili per la città", ha spiegato Sala. La retromarcia non può non apparire paradossale. Nella stessa occasione il primo cittadino ha affermato che "in un momento storico in cui la questione ambientale si impone con urgenza" è fondamentale "celebrare il mondo delle due ruote e lo stile di vita sostenibile che questo rappresenta".
Oltre mille firme alla petizione delle associazioni ambientaliste
La richiesta che Milano aderisse alla giornata mondiale senza auto del 22 settembre era partita dalla petizione di una ventina di associazioni ambientaliste milanesi, sostenuta da oltre mille firme. A fine luglio il Consiglio comunale aveva quindi approvato (con 27 favorevoli, 4 contrari e un astenuto e con parere favorevole della Giunta), l'ordine del giorno con il quale il gruppo di Milano progressista chiedeva l'adesione. Nei giorni successivi l'assessore Marco Granelli aveva confermato quanto emerso dall'aula spiegando che le modalità di adesione di Milano sarebbe state rese note entro fine agosto. Le aspettative di cittadini e associazioni i difesa dell'ambiente erano alte: una giornata senza auto sotto la Madonnina, con la possibilità di estendere il provvedimento almeno alla cerchia dei Navigli, se non all'intera città, sarebbe stata un'iniziative significativa, per quanto simbolica. La retromarcia di sindaco e assessori, ora, lascia l'amaro in bocca.
Palazzo Marino cerca una soluzione di compromesso
Da Palazzo Marino arriva la promessa di trovare una soluzione di compromesso. Dalla giunta viene ricordato che l'impegno preso a luglio era di aderire alla giornata mondiale senza auto, ma non era mai stato promesso di chiudere la città al traffico: "Si tratta di verificarla come farla senza andare a cozzare con altre esigenze, con il rischio di trasformarla in un boomerang", è la riflessione. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con le associazioni ambientaliste. Che intanto sono già sul piede di guerra: "Ci sono altre cose, per gli abitanti di una città come Milano, che hanno un valore oltre l'economia: sono le informazioni e l'educazione che dovrebbero diffondere le istituzioni", ha ricordato il movimento Fridays for Future.