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Metro 4, una settimana al via dei cantieri: ma i comitati protestano

Da metà gennaio partono i cantieri per la linea blu della metro milanese. Il comitato Foppa-Dezza-Solari, preoccupato per l’impatto dei lavori sull’area, propone una variante: nastri trasportatori al posto dei camion per trasportare i materiali di scavo.
A cura di Francesco Loiacono
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Manca ormai poco. Tra una settimana, verso metà gennaio, come annunciato inizieranno a spuntare come funghi le recinzioni dei cantieri per la nuova metro 4 di Milano, la linea blu che collegherà l'aeroporto di Linate con San Cristoforo. Le prime aree in cui si inizierà a scavare sono a Solari, San Cristoforo e Dateo. Alla fine del mese toccherà a Lorenteggio, dove i commercianti sono riusciti a ottenere una proroga per evitare di danneggiare gli affari duranti i saldi invernali. Proprio la zona intorno a parco Solari, però, è quella dove la resistenza al progetto della nuova metropolitana sembra essere più forte. Colpa, forse, anche di una variante apportata al progetto, che ha individuato proprio nel quartiere uno dei maxi-cantieri di calaggio che ospiteranno le grandi talpe – da 9,5 metri di diametro – che scaveranno fino a San Babila.

Il Comitato Foppa-Dezza-Solari: "No ai camion"

Il cantiere in questione, profondo 30 metri, diventerà operativo tra circa due anni. Ma il comitato Foppa-Dezza-Solari si è già mobilitato, chiedendo a un tecnico di elaborare un'alternativa al progetto previsto dal Comune. Il motivo? Da quando si inizierà a scavare comincerà un via vai di camion, "uno ogni dieci minuti per ventidue mesi", dicono i cittadini, che trasporteranno 870mila tonnellate di terre di scavo. Per ovviare ai conseguenti disagi in termini di smog e traffico, il comitato ha incaricato l’ingegner Bruno Bosco. La soluzione alternativa individuata è quella di costruire nelle gallerie che saranno state intanto aperte tra Solari e San Cristoforo dei nastri trasportatori, sui quali far viaggiare lo smarino, cioè il materiale di scavo. Una soluzione, per altro, già adottata a Barcellona.

La risposta del Comune è affidata all'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran: "È riconosciuto che abbiamo ridotto significativamente l'impatto del cantiere. Questo non significa che dove possibile rinunciamo a ulteriori miglioramenti, ma vanno valutati con il Comune. Il comitato sa dove trovarci anche perché di esperti che propongono soluzioni non idonee ai lavori in questi anni ne abbiamo visti tanti". A breve l'amministrazione darà il via anche a una massiccia campagna di comunicazione, "quasi porta a porta", che interesserà in particolare i quartieri toccati dai lavori. Un dialogo che dovrebbe proseguire fino alla fine della nuova metro, nel 2022. Se sarà vero dialogo, però, lo si scoprirà solo nei prossimi giorni.

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