Westfield Milano, apre nel 2022 il centro commerciale più grande d’Europa
Finora a detenere il record di centro commerciale italiano più grande d'Europa c'era "Il Centro" ad Arese, ma visto che i centri commerciali non sono mai abbastanza, Milano ha deciso di battere il suo stesso record aprendo un nuovo polo che sarà grande esattamente il doppio di quello di Arese. Ci saranno 300 negozi, 50 boutique esclusive, 50 ristoranti di lusso e un cinema con 16 sale: "Il meglio del retail italiano e internazionale, proposto in un Villaggio del lusso", secondo quanto si legge sul sito ufficiale del progetto. Circa 154mila metri quadrati di superficie per il mega centro che si chiamerà Westfield Milano e vedrà la luce non prima del 2022 (i lavori sono iniziati quest'anno), a Segrate, nell'area ex dogana. Sarà dunque a soli 10 minuti dall'aeroporto di Linate e a 25 dal centro città. Non si esclude inoltre che ci sarà un prolungamento che passerà proprio per il mega centro della nuova linea della metropolitana milanese M4 diretta all'aeroporto di Linate.
Secondo le prime stime si calcola che Westfield Milano accoglierà non meno di 60mila persone al giorno, quasi 22 milioni di persone ogni anno. Nato da una joint venture tra Unibail Rodamco Westfield, uno dei gruppi leader mondiali nel settore dei centri commerciali che detiene il 75% del progetto, e Stilo Immobiliare Finanziaria (operante tramite Arcus Real Estate) con un investimento di 1,4 miliardi di euro, il centro commerciale genererà 17mila nuovi posti di lavoro (certo, sulla tipologia dei contratti bisognerà aspettare) nei vari negozi e attività commerciali dell'area, più 20mila nell'edilizia.
La critica: "Basta centri commerciali"
Un progetto che però ha fatto storcere il naso a più di una persona. "Ne avevamo bisogno?", si era chiesto e aveva chiesto meno di un mese fa il guru del MoVimento 5 stelle Beppe Grillo sul suo blog. "A cosa serve un altro gigantesco centro commerciale che significherà nuova cementificazione, consumo di territorio, sprechi energetici, inquinamento, traffico? Il tutto per fare andare le persone a comprare ancora più prodotti per la maggior parte superflui e di cui potrebbero tranquillamente fare a meno", aveva scritto Grillo. "Non abbiamo bisogno di altri centri commerciali, siamo sommersi da prodotti e relative montagne di rifiuti, cosa altro dobbiamo comprare, quanti soldi dobbiamo ancora spendere, quanto ancora dobbiamo lavorare per comprare quello che la pubblicità ci offre costantemente?". Un tema che abbraccia fortemente la proposta di legge del ministro del lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sulla chiusura dei negozi nei giorni festivi. "Un tempo almeno la domenica ci si riposava, si stava con i propri cari, gli amici, adesso si va al centro commerciale, affrontando gironi danteschi di traffico e di gente. Il centro commerciale è un non luogo, dove si spendono più soldi del dovuto, essendoci una offerta infinita di prodotti. Questo ci induce a lavorare ancora di più durante la settimana per poter poi spendere soldi anche la domenica", la dichiarazione provocatoria di Paolo Ernani, che si definisce "scrittore, formatore, consulente energetico, ideatore di progetti innovativi in ambito lavorativo e ambientale".