Via Carcano, inquietanti analogie con un altro agguato: protagonista sempre la 23enne bocconiana
Mentre si attende la ripresa del processo a carico della "coppia diabolica", formata da Alexander Boettcher e da Martina Levato, le indagini proseguono. E puntano su inquietanti analogie tra l'aggressione con acido muriatico dello scorso 28 dicembre al 22enne Pietro Barbini, per la quale Boettcher e Levato sono accusati di "lesioni gravissime", e un'altra avvenuta il 20 maggio 2014, questa volta con un coltello, ai danni di uno studente della Cattolica. Protagonista sempre lei: Martina Levato, studentessa bocconiana di 23 anni con un passato difficile e un futuro molto incerto. Come racconta il Corriere, tra le due aggressioni ci sarebbero molte somiglianze. Per capirle appieno bisogna però fare un passo indietro e tornare a maggio.
L'accoltellamento
Martina e Antonio, così si chiama lo studente della Cattolica, si erano conosciuti un anno prima e, nell'estate 2013, avevano avuto un breve flirt. Poi più nulla fino alla sera del 20 maggio dello scorso anno. Martina ricontatta Antonio, raccontandole di problemi sentimentali – ma in realtà stava già insieme a Boettcher – e di aver voglia di una sorta di "tenera evasione". Un appuntamento, in sostanza, che si concretizza in un incontro sul sedile posteriore della Fiat 500 della Levato posteggiata vicino all'hotel Quark, in via Lampedusa a Milano. Quando però Antonio, come chiestogli da Martina, chiude gli occhi in attesa di una sorpresa, riceve in realtà due coltellate. Dopo la prima, lancinante, alla coscia, il ragazzo ne riceve un'altra sulla mano mentre cerca di ripararsi i genitali. Antonio corre nell'atrio dell'hotel e chiama in soccorso un suo amico, che giunto sul posto vede Martina in stato di forte agitazione su un'ambulanza. Assieme a lei c'è Boettcher, che l'amico di Antonio conosce. La presenza del 30enne, secondo l'accusa complice di Martina nell'aggressione di via Carcano, è confermata dai verbali della polizia.
Le analogie
In ricordo di quella vicenda, ad Antonio, restano cicatrici sulla coscia e sulla mano. Delle supposte violenze commesse nei confronti di Martina la polizia non ha mai trovato tracce. Eppure, dopo l'aggressione di via Carcano, molti sembrano essere i punti in comune tra i due agguati. Innanzitutto il fatto che la Levato sia tornata a farsi sentire con un suo ex a distanza di molto tempo. Quindi, il fatto che questi contatti abbiano potuto provocare la reazione del compagno della Levato, ossia Alexander Boettcher. Circostanza confermata alla polizia dallo stesso 30enne per quanto riguarda l'aggressione di maggio 2014. Secondo il Corriere si potrebbe quindi rintracciare "una simile dinamica profondamente psicotica" nei due casi. Riavvicinamento a un ex, confessione, litigi e aggressione per scontare la colpa. Un altro elemento in comune nei due agguati è la presenza di Boettcher sul luogo del delitto: anche se nel primo caso il ragazzo è arrivato subito dopo l'aggressione, a differenza di quanto avvenuto in via Carcano.
La firma
Se tutti questi elementi serviranno all'accusa per convincere i giudici della colpevolezza dei due imputati, o se potranno essere utilizzati dalle difese per far scagionare uno dei due – la Levato continua a dire di essere l'unica responsabile, e Boettcher le muove le stesse accuse – si vedrà nel corso del processo. Intanto, però, c'è un ultimo elemento misterioso in mano agli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della questura. L’uomo che attraverso un’utenza telefonica nascosta ha attirato nella trappola Pietro Barbini, con la scusa di un pacco da consegnare in via Carcano, diceva di essere dipendente della ditta di spedizioni "Bdg". Impresa inesistente in Lombardia e presente solo nelle Marche. Alla base di quella sigla, però, potrebbe esserci anche la volontà di "firmare" l'aggressione: le lettere D e G sono infatti le iniziali di Boettcher, il cui secondo nome è David Giulio. Un'ipotesi tutta da confermare, certo. Così come gli altri misteri di un caso che ha lasciato un 22enne con deturpazioni permanenti al viso per una sola colpa apparente: aver scritto dei messaggi alla sua ex ragazza del liceo consigliandole di interrompere una relazione "malsana, totalizzante e disturbata".