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Parla la ragazza che ha aggredito l’ex con l’acido: “Sono pentita, spero di finire l’università”

Martina Levato, la 23enne bocconiana che lo scorso 28 dicembre ha aggredito con acido muriatico il suo ex ragazzo a Milano, dal carcere di San Vittore si è detta “pentita” del suo gesto. Continua però a scagionare il suo amante e complice, Alexander Boettcher: l’8 gennaio i due ricompariranno davanti al giudice.
A cura di Francesco Loiacono
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Martina Levato, la studentessa bocconiana di 23 anni in cella per aver aggredito con l'acido muriatico il suo ex ragazzo insieme ad Alexander Boettcher, anche lui in carcere, si è detta pentita del suo gesto. Lo rivela il Corriere, secondo cui dal carcere di San Vittore, all'interno del quale si trova dallo scorso 28 dicembre, la ragazza si mostrerebbe, a detta di chi ha avuto modo di starle vicino in questi giorni, "distante, come se non parlasse di sé, ma di un’altra persona". "Sì, mi rendo conto di aver fatto una cosa molto grave e ne sono pentita", avrebbe detto Martina, aggiungendo di "voler continuare a studiare, completare i quattro esami che mi mancano" per conseguire la laurea specialistica in marketing alla Bocconi. Sul Corriere è raccontato anche il passato burrascoso della 23enne, tra un tentativo di suicidio risalente allo scorso luglio e l'attaccamento morboso al suo amante e complice, Boettcher, il 30enne amministratore di una rendita materna del quale, su alcuni giornali, sono apparse anche foto estratte dal suo profilo Facebook: il ragazzo si mostra senza maglietta, con un fisico palestrato, e si fa chiamare "Alexander the king". È nella sua abitazione che sono state trovate le bottiglie di acido muriatico con cui è stato sfregiato l'ex ragazzo della Levato, il 22enne Pietro Barbini.

Il complice della ragazza resta in silenzio

Se da un lato Martina Levato mostra pentimento, d'altra parte la 23enne continua a ripetere che il suo amante, arrestato sul luogo dell'agguato a Barbini con un martello in mano, non c'entrerebbe nulla nella vicenda. Un comportamento che, secondo il pubblico ministero Marcello Musso, mostrerebbe "una logica criminale, di chi si fa carico del reato per scagionare il complice". Sarebbe infatti proprio l'influenza di Boettcher – che dal carcere non ha ancora parlato – ad aver spinto la 23enne a tendere un agguato al suo ex ragazzo, un 22enne che studia a Boston e che era tornato a Milano per trascorrere le feste. Barbini e Levato erano stati insieme ai tempi del liceo, al Parini. Il primo, venuto a conoscenza della relazione di Martina con Alexander Boettcher, le avrebbe suggerito di "mollare quello squilibrato". Da qui l'aggressione, organizzata nei dettagli: Barbini è stato invitato a ritirare un pacco e si è recato in via Carcano, periferia sud-est di Milano, insieme al padre. Lo attendevano Martina Levato, che lo ha colpito in faccia con dell'acido muriatico, e Boettcher, che ha inseguito il ragazzo con un martello senza, fortunatamente, riuscire a colpirlo.

Adesso, come spesso accade in queste vicende, l'attenzione mediatica sembra essersi spostata più sui carnefici che sulla vittima: il 22enne Barbini rischia di perdere l'occhio destro ed è già stato operato due volte. I due autori dell'agguato, invece, ricompariranno davanti al giudice l’8 gennaio. Sono accusati di lesioni, che potrebbero diventare "lesioni gravissime" e fargli rischiare dai 6 ai 12 anni di carcere.

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