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Valtellina, sparò alla compagna e fuggì con la figlia piccola: scarcerato dopo un anno

L’avvocato 42enne che nel giugno dello scorso anno a Berbenno, in Valtellina, sparò all’ex compagna che lo voleva lasciare e poi fuggì con la loro figlia di un anno e mezzo, è stato scarcerato. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari di Sondrio, d’accordo col pubblico ministero, dopo un interrogatorio in cui l’uomo ha mostrato di aver compreso le proprie responsabilità. Unica restrizione: non potrà andare in Friuli, dove nel frattempo sono andate a vivere l’ex compagna e la figlia.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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Prima, al culmine di una lite, sparò due colpi di pistola alla compagna che lo voleva lasciare. Poi prese la figlia di appena un anno e mezzo e fuggì, poco prima di essere arrestato dai carabinieri. A distanza di quasi un anno esatto da quei fatti, accaduti il 27 giugno dello scorso anno a Berbenno, in Valtellina, il protagonista in negativo della vicenda è uscito dal carcere. Ha scontato un anno nel penitenziario di Sondrio con le accuse di tentato omicidio e sequestro di persona aggravati, ma dopo un interrogatorio che si è tenuto pochi giorni fa davanti al pubblico ministero Stefano Latorre l'uomo, di professione avvocato penalista, è stato scarcerato dal giudice per le indagini preliminari di Sondrio Antonio De Rosa. Adesso il legale 42enne, come riporta il quotidiano locale "La Provincia di Sondrio", è tornato a casa. Dovrà però rispettare una restrizione imposta dal giudice: non potrà recarsi in Friuli Venezia Giulia, dove intanto sono andate a vivere l'ormai ex compagna, che nel frattempo si è ristabilita, e la loro figlia.

Il tentato omicidio e il sequestro a Berbenno un anno fa

Il gip, con l'avvallo anche del pm, ha ritenuto che non sussistano più le ragioni per tenere in carcere l'uomo, che ha mostrato un atteggiamento collaborativo dimostrando di aver compreso le proprie responsabilità di fronte alla giustizia. Quasi esattamente un anno fa il 42enne si era reso protagonista del grave gesto di violenza che sarebbe potuto finire in tragedia. Tutto era partito da una lite sorta per la volontà dell'ex compagna dell'uomo, una ragazza di 29 anni originaria di Trieste, di lasciarlo. Al culmine del diverbio l'avvocato, come purtroppo avviene in molti casi di femminicidio, aveva aggredito la donna esplodendo verso di lei due colpi di una pistola P38 regolarmente detenuta e ferendola gravemente al collo e al petto. Poi aveva preso la loro figlia, una bimba di appena un anno e mezzo, ed era fuggito in una baita di famiglia sulle montagne sopra Berbenno. Qui, nella notte, era stato rintracciato dai carabinieri e convinto ad arrendersi e a consegnare la bambina. L'uomo era stato arrestato, mentre l'ex compagna era riuscita fortunatamente a salvarsi.

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