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Valmalenco, ancora dubbi sulla morte di Mattia: l’indagine resta aperta

Continuano le indagini sulla morte di Mattia Mingarelli, il 30enne morto in Valmalenco, il cui corpo è stato ritrovato nei boschi a due settimane di distanza dalla scomparsa. I carabinieri protendono verso la pista dell’incidente ma sono ancora tanti i dubbi da chiarire e le domande senza risposta.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono ancora troppe le domande che ruotano intorno alla morte di Mattia Mingarelli, il 30enne di Albavilla nel Comasco, trovato morto la vigilia di Natale in Valmalenco. L'autopsia prima e il sopralluogo dopo porterebbero entrambe nella stessa direzione: a "uccidere" Mattia sarebbe stato un tragico incidente. Secondo quanto ricostruito finora dagli investigatori il giovane dopo aver trascorso il tardo pomeriggio all'interno del rifugio Barchi in compagnia del proprietario, Giorgio Del Zoppo, che ha sempre portato avanti questa versione, si sarebbe allontanato per far ritorno alla baita dove alloggiava. E forse proprio lungo il sentiero del ritorno si sarebbe sentito male: una caduta accidentale provocata da un malore dunque. Il corpo di Mattia è stato trovato a 500 metri dal rifugio ai Barchi in un luogo compatibile con un ipotetico percorso compiuto per tornare a casa. Ma perché Mattia ha scelto di percorrere quel sentiero così scomodo, che costeggia i piloni della seggiovia che porta gli sciatori al Sasso Nero, in sostituzione della strada più larga e visibile. Perché Mattia è stato ritrovato senza una scarpa (il giovane indossava calzature da trekking adatte alle passeggiate in quel sentiero), ritrovata a oltre 20 metri di distanza dal suo corpo? E ancora: cosa ci faceva il cellulare di Mattia nella neve a pochi metri dai rifugio? Mattia non si è accorto di averlo perso?

Mattia vittima di un incidente? Attese nuove analisi

Quella dell'incidente resta comunque la risposta più attendibile per i carabinieri del Comando provinciale di Sondrio che però non hanno ancora chiuso le indagini. Intanto nei prossimi giorni saranno molte le analisi utili a giungere nelle mani dei militari: oltre i primi risultati dell'autopsia giunti a pochi giorni di distanza dal ritrovamento del corpo del 30enne, tra due settimane i carabinieri riceveranno i risultati di laboratorio sui prelievi effettuati proprio durante l'esame autoptico. Questi elementi serviranno per capire le condizioni in cui si trovava il corpo di Mattia: inoltre durante la perquisizione al rifugio dei Barchi sono state perquisite diverse cose tra le quali bicchieri, tazzine e piatti. Anche su questi sono state effettuate delle analisi. Infine utile sarà conoscere anche il responso sulle tracce biologiche emerse dalle sostanze che Mattia avrebbe rigurgitato fuori il rifugio, come ricostruito dai militari e raccontato subito da Del Zoppo, probabilmente a seguito dell'aperitivo consumato insieme o per un malore.

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