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Tifoso dell'Inter morto dopo la partita con il Napoli

Ultrà morto prima di Inter-Napoli, il questore: “Evitata una strage, serve maggiore intransigenza”

Il questore di Milano Marcello Cardona torna a parlare di quanto accaduto mercoledì sera a Milano prima della gara tra Inter e Napoli. “Allo stadio vanno tante famiglie e persone perbene, bisogno intervenire su determinate frange di tifosi – ha spiegato – e va fatto applicando le sanzioni in modo più severo”
A cura di Chiara Ammendola
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Una strage evitata solo grazie al tempestivo intervento degli agenti di polizia e al lavoro continuo svolto dalle forze dell'ordine. È stata questa la definizione di quanto accaduto mercoledì sera a Milano prima del match di serie A tra Inter e Napoli, data dal questore di Milano Marcello Cardona. Una serata in cui è successo di tutto, calcisticamente e soprattuto non, in cui un ultrà è morto, quattro tifosi sono stati feriti e decine di persone sono rimaste coinvolte in quella che è stata una vera propria guerriglia tra tifoserie. Un piano ben architettato secondo quanto emerso dalle indagini delle ultime ore che ha visto più di 100 tra tifosi di Inter, Varese e Nizza recarsi nei pressi dello stadio San Siro solo per tendere un agguato ai tifosi del Napoli giunti in gran numero a Milano per assistere all'importantissimo match di campionato. E mentre in campo centinaia di pseudo tifosi offendevano il difensore del Napoli Koulibaly per il colore della sua pelle, poco prima del fischio di inizio si stava per consumare, come sottolineato dal questore Cardona, una vera e propria strage.

"Si applichino le sanzioni che esistono in modo più severo"

La soluzione, secondo il questore, non è aumentare il numero di poliziotti ma lavorare prima per prevenire episodi come questo e sanzionare attraverso la legge. "Il 99,9 per cento dei tifosi è gente perbene, che va allo stadio per godersi la partita con i figli, gli amici – sottolinea Cardona – e anche l'azienda calcio va tutelata perché dà lavoro a molte persone e appassiona milioni di persone". Il calcio non è malato dunque come sono in molti a sostenere nelle ultime ore, ma c'è una frangia di tifoseria che va fermata. Come? Con l'intransigenza. "Intransigenza vuol dire applicare i decreti che ci sono, per esempio il n. 119 del 22 agosto 2014 sulla chiusura dei settori ospiti – spiega il questore – la giustizia sportiva può e deve fare la sua parte in maniera consistente. Le istituzioni sportive applichino le sanzioni, che in buona parte già esistono, e le applichino in maniera più severa"

 Tre persone arrestate e nove indagate, emessi sette Daspo

Intanto proseguono senza sosta le indagini per cercare di capire quanto accaduto in via Novara a Milano, nei momenti che hanno preceduto la morte di Daniele Belardinelli. Al momento sono tre le persone fermate, tutti ultras dell'Inter, e le nove invece quella indagate. Mentre sono sette i provvedimenti di Daspo, tutti a carico di appartenenti a frange di tifosi nerazzurri. Sei hanno precedenti penali, mentre almeno cinque sono stati già oggetti di Daspo in passato. Intanto si continua a cercare l'auto che avrebbe investito l'ultrà de Varese; secondo Cardona si potrebbe trattare di un suv estraneo a quanto stava accadendo, magari qualcuno che si è trovato coinvolto in quei tafferugli e nel fuggire ha travolto Belardinelli: "Visto il caos, ha pensato solo ad allontanarsi, perché magari viaggiava con bambini – ipotizza Cardona – e magari non si è reso neanche conto di aver investito qualcuno".

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