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Covid 19

Troppa gente in giro a Milano, Sala: “Chiesti più controlli, ma vostro dovere è stare a casa”

“Ho convocato il comandante della polizia locale per chiedere più controlli e ho chiamato anche il prefetto perché c’è oggettivamente troppa gente in giro”. Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala, rivolgendo un appello ai milanesi: “Non giochiamo a guardie e ladri, il vostro dovere è stare in casa”.
A cura di Francesco Loiacono
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Tanta, troppa gente in giro a Milano. Il primo weekend d'aprile del capoluogo lombardo non è iniziato nel migliore dei modi: il bel tempo e, chissà, i dati sui contagi da Coronavirus comunicati forse con troppo ottimismo (nonostante a Milano e provincia aumentino) hanno spinto tanti milanesi ad abbandonare la quarantena nelle proprie abitazioni e riversarsi in strada. E così tocca al sindaco Beppe Sala, nel consueto video messaggio su Facebook per fare il punto della situazione, annunciare un'intensificazione dei controlli da parte della polizia locale: "Ho convocato il comandante della polizia locale Ciacci per chiedere più controlli e ho chiamato anche il prefetto perché c'è oggettivamente troppa gente in giro, però mettiamoci d'accordo – ha detto il sindaco -: non è che il gioco del momento è guardie e ladri. Il vostro dovere è stare in casa, anche perché le guardie non sono sufficienti per controllare i comportamenti di un milione e quattrocentomila persone per cui ognuno deve fare più che mai il proprio il mio dovere ".

Sala: Comunicare in maniera corretta è estremamente importante, ieri giornata infelice

Il suo dovere, ha spiegato poi il sindaco, "è stare qui dal 23 febbraio quando il prefetto ha convocato il tavolo di crisi: non mi sono riposato un giorno, non me ne lamento. Ma se il vostro dovere è stare in casa, dovete stare in casa". Sala ha però poi riconosciuto come "la grande responsabilità in questa crisi" stia "in chi è dalla mia parte: la politica, il sistema scientifico" e ha sottolineato come "comunicare in maniera corretta è estremamente importante. Ieri è stata una giornata infelice: ci è stata paventata l'idea di una riapertura il 13 aprile, poi forse il primo maggio, poi il 16 maggio. Così non si fa, si parla troppo, troppi miei colleghi sono continuamente in tv a rispondere a domande, e a volte le domande sono un po' a tranello e uno ci casca se non è abituato. È il momento più dei fatti, che delle parole: poche parole, ma quelle giuste", ha detto il sindaco, ricordando come nella gestione di questa crisi ci sarà adesso il confronto tra il mondo degli scienziati e dei medici che sono "iper garantisti", e il mondo della politica, cui in ultima analisi spetterà una decisione sul tema delle riaperture.

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