Tifoso morto prima di Inter-Napoli: “È stato un combattimento”. Chiesta la convalida degli arresti
"Un combattimento". Così i pubblici ministeri di Milano hanno definito gli scontri prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre, durante i quali il 39enne Daniele Belardinelli è morto dopo essere stato investito da un'auto. La definizione di quanto accaduto è contenuta nella richiesta di convalida degli arresti nei confronti dei tre ultras interisti individuati come alcuni dei protagonisti dei violenti scontri. Si è trattato di un vero e proprio agguato premeditato da settimane nei confronti dei tifosi del Napoli che stavano raggiungendo lo stadio Meazza di San Siro a bordo di van privati. Attorno alle 19.20 il gruppo di tifosi interisti (ma c'erano anche ultras gemellati con i nerazzurri, come quelli del Nizza e del Varese, tra cui proprio Belardinelli) ha invaso la carreggiata di via Novara, strada a scorrimento veloce che si trova vicino allo stadio, assaltando i pulmini dei supporter azzurri. Gli ultras dell'Inter, si legge nella richiesta di convalida dei pm riportata dall'agenzia Ansa, hanno lanciato torce, fumogeni e petardi e colpito con "bastoni e mazze" le vetture. I tifosi del Napoli sono scesi dalle auto e "armati di aste e cinture" hanno iniziato "un combattimento" con i tifosi dell'Inter.
A guidare gli assalitori un italiano e un francese
La partecipazione di tifosi di altre squadre all'agguato sarebbe confermata anche da un'indiscrezione che trapela dalla procura: secondo alcune testimonianze finite agli atti nell'inchiesta sugli scontri a guidare l'assalto ai pulmini dei tifosi napoletani sarebbero state un italiano e un francese: per lo meno le due persone impartivano ordini agli altri ultras in italiano e in francese.
L'autista del suv che ha travolto e ucciso Belardinelli estraneo agli scontri
Nel parapiglia che si è scatenato – le nuove immagini degli scontri mostrano scene da guerriglia urbana, con persone armate di spranghe e bottiglie che circondano e assaltano i pulmini – il 39enne Belardinelli è stato travolto da un suv il cui conducente, ancora non individuato, sarebbe estraneo agli scontri: forse era semplicemente spaventato per quanto stava accadendo e si è allontanato il più velocemente possibile dal luogo degli scontri. Il 39enne sarebbe stato soccorso in un primo momento da tifosi del Napoli e poi portato in ospedale da supporter nerazzurri: alcuni testimoni riferiscono di tre o quattro persone che trasportavano Belardinelli urlando "ha le gambe rotte". All'ospedale San Carlo però i medici non sono riusciti a salvare l'uomo.
In provincia di Varese commemorazioni per l'ultrà morto
Le indagini su quanto avvenuto la sera del 26 dicembre proseguono non solo a Milano, ma anche nella provincia di Varese: da qui provenivano infatti alcuni ultras che avrebbero partecipato all'agguato, tra cui lo stesso Belardinelli. Nessuno tra i tre ultrà arrestati risiede nel Varesotto, ma non si sa al momento se tra le nove persone indagate o le sette destinatarie dei provvedimenti di Daspo vi siano ultras del Varese. Intanto nelle ultime ore le abitazioni di alcuni supporter residenti in provincia di Varese sono state perquisite. Contemporaneamente i "Blood and Honour Varese", frangia del tifo di estrema destra a cui apparteneva come leader Belardinelli, stanno decidendo come commemorare il 39enne.