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Test sierologici in Lombardia: la procura di Milano indaga sull’incarico alla DiaSorin

La procura di Milano avrebbe aperto un’inchiesta conoscitiva sull’affidamento diretto da parte di Regione Lombardia alla multinazionale DiaSorin degli unici test sierologici finora riconosciuti a livello regionale. La notizia arriva proprio nel giorno in cui dovrebbe arrivare la delibera che liberalizza i test, dopo le polemiche e le tensioni alimentate negli scorsi giorni dalla scelta della giunta.
A cura di Francesco Loiacono
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Nel giorno in cui dovrebbe arrivare la delibera regionale che "liberalizza" i test sierologici in Lombardia, arriva anche la notizia dell'apertura di un fascicolo da parte della procura di Milano sulla scelta finora adottata da Regione Lombardia. La giunta lombarda finora aveva autorizzato un solo tipo di test, quelli della multinazionale DiaSorin, che erano stati scelti dopo una sperimentazione portata avanti assieme al Policlinico di Pavia. L'incarico alla multinazionale delle biotecnologie italiana (con una filiale anche in Australia) era stato assegnato tramite affidamento diretto. Una decisione sulla quale è pendente un ricorso al Tar, il tribunale amministrativo regionale, e su cui adesso vuole vederci chiaro anche la procura. Stando a quanto ha appreso l'agenzia di stampa Ansa, infatti, dopo l'esposto di un'impresa concorrente della DiaSorin, la Technogenetics, il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e il pubblico ministero Stefano Civardi hanno aperto un'inchiesta, al momento conoscitiva, per capire meglio come abbia agito la Regione.

Il caos sui test sierologici e il cambio di rotta della giunta

La notizia dell'apertura di un'inchiesta conoscitiva sull'affidamento diretto dei test sierologici alla DiaSorin arriva alla vigilia del giorno in cui anche il Tar dovrebbe esprimersi in merito all'accordo, che si potrebbe configurare come violazione della concorrenza. La questione dell'unico test accreditato dalla Regione ha alimentato in queste settimane anche molte tensioni con chi – come singoli comuni o imprenditori – si sono rivolti a privati per effettuare test di sieroprevalenza. Tensioni documentate anche da Fanpage.it, che ha raccolto lo sfogo dell'imprenditore Paolo Ferraresi, uno dei primi a voler far sottoporre ai test i suoi dipendenti: avrebbe ricevuto da Ats Milano delle telefonate "con toni mafiosi" per bloccare i test. Anche in seguito alle proteste, e forse subodorando altri tipi di problemi, la Lombardia si prepara adesso a un radicale cambio di rotta sui test sierologici: la Regione guidata da Attilio Fontana dovrebbe aprire alla possibilità di effettuare gli esami presso laboratori e strutture private, ad un prezzo che, stando ad alcune indiscrezioni, dovrebbe essere calmierato e prevedere un costo massimo di 70 euro.

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