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Teatro alla Scala, è sold out per la “Turandot” del primo maggio

Dopo le tante polemiche, i biglietti per la Turandot del primo maggio alla Scala, messi in vendita giovedì mattina, sono andati a ruba in poche ore. Così, anche se non c’è ancora l’ufficialità, sembra che l’opera di Puccini inaugurerà l’Expo 2015, nonostante il parere contrario della Cgil.
A cura di Federica Gullace
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È ufficiale, il primo maggio il Teatro alla Scala ospiterà la Turandot di Puccini. Non ci sono state comunicazioni ufficiali, ma solo la messa in vendita dei tagliandi. Che sono andati a ruba. Nel giorno dell’inaugurazione dell’Esposizione universale, che coincide con il giorno della Festa dei lavoratori, il celebre teatro milanese metterà in scena l’opera di Puccini diretta da Riccardo Chailly. A poche ora dalla messa in vendita dei biglietti, alle nove di questo giovedì mattina, dopo solo pochi minuti i biglietti erano rimasti pochissimi biglietti: a un’ora dall'apertura delle vendite, il sito segnalava solamente 5 posti disponibili. Un sold-out inaspettato, ma che conferma le aspettative di molti, per l'appuntamento che negli ultimi mesi non ha fatto che suscitare grandi polemiche.

Turandot alla Scala il primo maggio: il caso

Tutto era cominciato lo scorso gennaio, tra le tensioni dei lavoratori del Teatro e i vertici della sovrintendenza, che avevano chiesto con una lettera ai dipendenti la disponibilità a lavorare il primo maggio. Il tutto era poi peggiorato, dopo la diatriba avvenuta tra Matteo Renzi e i sindacati, quando il premier dichiarò sul palco di "Expo delle Idee": "Se c’è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare tutto in nome del diritto di boicottaggio sappia che siamo pronti a tutto, anche a misure normative, per evitare di iniziare con una figuraccia planetaria". Così, dopo le varie proposte di cambiare il giorno previsto per la messa in scena dell'opera, nulla è cambiato, e la scelta sembra essere stata fatta e ufficializzata. Ora i sindacati sono divisi: Cisl, Uil e Fials hanno confermato la loro disponibilità, mentre la Cgil continua dritta per la sua strada, ricordando che la festa dei lavoratori è un "diritto indisponibile" di ogni uomo, proprio come stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione. I 13 delegati Cgil scaligeri, infatti, hanno dichiarato esplicitamente di non voler rinunciare per nulla al mondo alla festa, e per questo scenderanno in piazza per manifestare.

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