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Primo maggio, lavoratori contro Renzi: alla Scala si cerca un’alternativa alla Turandot

Prosegue il confronto tra lavoratori e sovrintendenza del Teatro alla Scala sulla Turandot in programma il primo maggio. Dopo le parole del premier Renzi, che ha parlato di boicottaggio, il clima si fa incandescente: per l’inaugurazione di Expo si inizia a pensare a un’alternativa.
A cura di Federica Gullace
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Le tensioni tra lavoratori del Teatro alla Scala di Milano e vertici della sovrintendenza per la "prima" della Turandot in programma il primo maggio proseguono, e mettono ancora in dubbio l'opera che dovrebbe inaugurare l'Expo 2015. La questione è ormai nota: il sovrintendente Alexander Pereira ha chiesto con una lettera ai lavoratori del teatro di lavorare in via eccezionale il primo maggio. Alcuni si sono mostrati disponibili, anche per via degli incentivi economici, mentre una parte della Cgil ha opposto un fermo no alla richiesta di Pereira, dichiarando la Festa dei lavoratori "diritto indisponibile". La questione si è aggravata ancor più dopo le parole di Matteo Renzi, al termine della giornata "Expo delle idee. Verso la Carta di Milano", durante la quale il premier ha dichiarato: "Se c’è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare tutto in nome del diritto di boicottaggio sappia che siamo pronti a tutto, anche a misure normative, per evitare di iniziare con una figuraccia planetaria".

L'alternativa alla Turandot

Quella dichiarazione però, ha scatenato l’ira dei sindacati, che hanno affermato: "Le parole di Matteo Renzi sono gravi, gettano benzina sul fuoco invece che cercare finalmente un confronto. Se l’assenza dei lavoratori è un problema insormontabile, il buon senso invita ad ipotizzare date alternative per il debutto della Turandot". E alternativa sia. Se non la Turandot, infatti, si farà un altro spettacolo dove serviranno meno tecnici, per garantire che la Scala nel giorno di inaugurazione di Expo eviti una figuraccia internazionale. Giancarlo Albori, coordinatore nazionale Slc della minoranza Cgil Democrazia e lavoro, che per anni si è occupato della Scala, nel merito delle parole di Renzi, ha così dichiarato: "Se è un boicottaggio difendere un diritto siamo messi male. Lo stesso sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha riconosciuto che la posizione dei lavoratori è legittima". A tutto però c’è una soluzione: "C'è tutto il tempo per correggere dato che i biglietti saranno in vendita solo dal 19 febbraio". Insomma, si può cambiare la data anche se la cosa non è semplice, dato che il 2 maggio in teatro è previsto un concerto dei Berliner Philharmoniker e il 30 aprile nel sito di Expo ci sarà lo show di Andrea Bocelli, ma le alternative ci sono. Il rischio della "figuraccia planetaria", comunque, è dietro l'angolo.

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