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Expo 2015, Pereira scrive ai dipendenti della Scala: “Lavorate il primo maggio”

Il prossimo primo maggio al Teatro alla Scala è in programma la Turandot di Puccini, che inaugurerà l’Esposizione universale milanese. Ma la Cgil è contraria: “La Festa dei lavoratori è un diritto indisponibile”.
A cura di Francesco Loiacono
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Sul concerto inaugurale per Expo 2015 si prospetta un braccio di ferro dagli esiti imprevedibili. La Turandot di Giacomo Puccini, che dovrebbe essere messa in scena il primo maggio al Teatro alla Scala, è infatti fonte di divisioni tra il sovrintendente Alexander Pereira e i sindacati. Da una parte, Pereira ha recentemente scritto una lettera a tutti i dipendenti del teatro chiedendo la loro disponibilità a lavorare nel giorno in questione. Dall'altra, però, la Cgil difende la Festa dei lavoratori e la considera come un "diritto indisponibile", quindi non soggetto ad alcuna trattativa. Pare chiaro, quindi, che la rappresentazione pucciniana sia in forse.

Gran parte del coro e dell'orchestra disponibili a lavorare

"La lettera di sondaggio è una cosa legittima ma è anche legittimo che i lavoratori decidano di non rispondere", ha dichiarato Paola Bentivegna, che organizzerà delle assemblee fra gli iscritti. Ma i dipendenti del teatro, cosa ne pensano della questione? In realtà, una gran parte del coro e dell'orchestra sembrerebbe disponibile a lavorare il primo maggio. Così come segnali d'apertura arrivano dall'altra confederazione sindacale, la Cisl. Segnali incoraggianti che dovrebbero far dormire sogni tranquilli a Pereira. Il quale, invece, mentre dal punto di vista del marketing sta lanciando importanti inziative, da quello istituzionale ha ben altre gatte da pelare. Come la questione dell'accordo con i sindacati per il nuovo contratto del teatro, che dovrà essere siglato entro un anno dall'insediamento del nuovo Consiglio d'amministrazione. Il rischio, in caso contrario, è che la Scala torni ad essere un teatro come gli altri, con consiglio depotenziato e sovrintendente nominato dal ministro, senza quella autonomia recentemente riconosciuta dallo statuto approvato dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Una soluzione sulla quale i sindacati sono divisi: la Cgil è da sempre favorevole a un'omologazione della Scala al contratto nazionale – che ancora però non c'è -, mentre la Cisl è contraria.

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