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Le tangenti? Finivano nel freezer: ecco come Rizzi nascondeva migliaia di euro

Circa 15mila euro in contanti, 5mila franchi svizzeri in una busta e 1.900 euro nascosti nel congelatore di casa sono stati sequestrati a Fabio Rizzi, il consigliere regionale lombardo arrestato nell’ambito di un presunto giro di tangenti sulla sanità lombarda. Intanto Maroni incontrerà Cantone: l’ipotesi è di istituire anche in Lombardia un’Autorità anticorruzione.
A cura di Francesco Loiacono
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Circa 15mila euro in contanti, 5mila franchi svizzeri in una busta e soldi nascosti perfino nel congelatore di casa. Questo sarebbe il risultato delle perquisizioni effettuate nell'abitazione del consigliere regionale leghista Fabio Rizzi, il nome eccellente tra le 21 persone arrestate martedì nell'ambito di un presunto giro di tangenti nella sanità lombarda. I carabinieri del nucleo investigativo di Milano, oltre ai 15mila euro in contanti, ne avrebbero trovati altri 1.900 nascosti nel freeezer. Le perquisizioni rientrano nelle indagini coordinate dal pubblico ministero di Monza Manuela Massenz che riguarda la gestione delle cliniche odontoiatriche degli ospedali lombardi.

Maroni incontra Cantone

Dopo lo scandalo, intanto, la Regione Lombardia corre ai ripari. Maroni, verso cui Pd e Patto civico hanno presentato una mozione di sfiducia che sarà discussa il primo marzo – ma la maggioranza sembra essere compatta -, nel pomeriggio di oggi secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica dovrebbe incontrare il presidente dell'Anac Raffaele Cantone per chiedergli lumi sulla sicurezza dell'apparato di controllo sugli appalti messo in piedi dalla riforma della sanità regionale, alla quale ha lavorato proprio Fabio Rizzi come presidente della commissione Sanità. Nei progetti del governatore, già condivisi con la maggioranza, ci sarebbe anche l'ipotesi di istituire un'Authority regionale anti-corruzione anche in Lombardia per controllare da ora in poi ogni gara di appalto e decisione da parte di ospedali e Ats, le ex Asl. Quello che preoccupa in modo particolare Maroni è che, da quanto emergerebbe dall'inchiesta, le presunte irregolarità commesse da Rizzi e dagli altri indagati sarebbero avvenute nel rispetto delle procedure, elemento che avrebbe impedito alla Regione di accorgersi in anticipo del malaffare.

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