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Tangenti in sanità, ‘Lady Sorriso’ Paola Canegrati condannata a 12 anni per corruzione

I giudici del tribunale di Monza hanno condannato a 12 anni per corruzione l’imprenditrice Maria Paola Canegrati, nota alle cronache come ‘Lady Sorriso’, finita al centro dell’inchiesta ‘Smile’, su un giro di mazzette nei servizi odontoiatrici negli ospedali lombardi. L’indagine aveva portato a 21 arresti nel febbraio 2016, coinvolgendo anche l’ex presidente della commissione Sanità di Regione Lombardia, il leghista Fabio Rizzi. L’avvocato dell’imprenditrice ha annunciato che farà ricorso.
A cura di Simone Gorla
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L'imprenditrice Maria Paola Canegrati, nota alle cronache come ‘Lady Sorriso' è stata condannata a 12 anni per corruzione dai giudici del tribunale di Monza. La sentenza è arrivata al termine dell'inchiesta ‘Smile', su un giro di mazzette nei servizi odontoiatrici negli ospedali lombardi. L'indagine aveva portato a 21 arresti nel febbraio 2016, coinvolgendo anche l'ex presidente della commissione Sanità di Regione Lombardia, il leghista Fabio Rizzi, e il suo braccio destro Mario Longo. Entrambi hanno patteggiato una condanna a due anni.

Tangenti nella sanità lombarda: condannata a 12 anni ‘Lady Sorriso'

L'avvocato dell'imprenditrice, Michele Saponara, ha annunciato l'intenzione di ricorrere in appello contro la sentenza, arrivata al termine di 7 ore di camera di consiglio. La procura di Monza aveva chiesto una condanna a dieci anni. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano, partite dall'esposto del revisore dei conti dell'ospedale di Vimercate, hanno portato alla luce un presunto accordo tra gli esponenti della Regione e l'imprenditrice per favori nell'aggiudicazione degli appalti.

L'imprenditrice Paola Canegrati finita al centro dell'inchiesta ‘Smile'

Canegrati, definita anche ‘zarina delle dentiere' per il potere che aveva raggiunto nel settore, deve anche rispondere delle accuse di bancarotta fraudolenta e reati fiscali in un altro procedimento scaturito dalla stessa inchiesta. All'imprenditrice e al suo commercialista erano stati sequestrati beni e disponibilità su conti correnti per un valore complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di euro.

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