Tangenti in Lombardia, Fabio Altitonante resta ai domiciliari: “Può ancora commettere reati”
Resta ai domiciliari Fabio Altitonante, l'ex sottosegretario regionale arrestato martedì scorso nell'ambito della maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano su tangenti, favori e appalti pilotati. Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Raffaella Mascarino, ha respinto l'istanza di revoca della misura cautelare avanzata dal suo legale, l'avvocato Luigi Giuliano. Alla base della decisione ci sarebbe il timore che l'esponente di Forza Italia, giudicato ancora molto influente, possa continuare a commettere i reati per i quali è stato arrestato.
La difesa dell'ex sottosegretario: i soldi erano per Tatarella
Venerdì, nel corso dell'interrogatorio davanti al gip, Altitonante si è difeso sostenendo di non aver mai ricevuto fondi illeciti "né come corruzione né come finanziamento illecito". L'ex sottosegretario alla rigenerazione e sviluppo dell'area Expo ha negato di aver ricevuto tangenti. I 25 mila euro che per gli inquirenti rappresentavano un finanziamento illecito "non erano riferiti alla sua campagna elettorale", ha spiegato, ma a quella del consigliere comunale di Forza Italia Pietro Tatarella, anche lui arrestato.
Le dimissioni dopo l'arresto e la sospensione
Due giorni dopo l'arresto Altitonante si è dimesso da sottosegretario rimettendo la delega nelle mani del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. La decisione è arrivata dopo che lo stesso governatore aveva già sospeso l'incarico dell'esponente di Forza Italia. Tra le molte condotte illecite ipotizzate dai magistrati milanesi ci sarebbe anche il tentativo di inserirsi negli affari riguardanti il futuro dell'area che ha ospitato Expo. Un progetto che emergerebbe da alcune intercettazioni che coinvolgono l'ex consigliere Tatarella, e che hanno portato il gip a ravvisare "ombre" sulla gestione del dossier da parte dello stesso Altitonante.