Tangenti in Lombardia, Caianiello ai pm: “C’era un accordo tra me e Sozzani”
Un accordo diretto con il parlamentare di Forza Italia Diego Sozzani per la "retrocessione" di una quota di quanto ricevuto per gli incarichi che lo studio tecnico Green Line, di proprietà del deputato, otteneva da una società partecipata di Varese. C'è anche questo tra le ammissioni messe a verbale davanti ai pubblici ministeri di Milano da Nino Caianiello, considerato il "burattinaio" di un sistema di mazzette e nomine pilotate che dalla provincia di Varese si sarebbe esteso fino a rientrare nella maxi operazione della Dda di Milano che a maggio a portato a 43 arresti tra politici, imprenditori e funzionari.
Lombardia, Caianiello collabora con i pm e fa il nome del deputato Sozzani
Per Sozzani, anche indagato per corruzione, la Camera ha detto no all'arresto per finanziamento illecito. Stando a quanto riportato dall'Ansa, in un verbale del 24 settembre scorso davanti al pm Luigi Furno, l'ex ‘ras' di Forza Italia nel Varesotto, ai domiciliari da alcuni giorni dopo cinque mesi di carcere, ha raccontato in dettaglio il sistema delle cosiddette "retrocessioni". I verbali sono presenti nella tranche di inchiesta chiusa nei giorni scorsi a carico di 71 persone, tra cui l'ex vicecoordinatore lombardo ‘azzurro' Pietro Tatarella.
A verbale il sistema di finanziamenti ai partiti
Caianiello è stato sentito in diverse occasioni nei mesi di detenzione in carcere. Interrogatori durati molte ore in cui l'ex coordinatore di Forza Italia a Varese ammette molti addebiti e fornisce informazioni sul sistema portato a galla dall'inchiesta milanese. Tra le ricostruzioni fornite, c'è anche quella sull'evoluzione del "sistema" di finanziamenti illeciti e "retrocessioni" che risale alla Prima Repubblica. Ha deciso di collaborare, e ora punta a patteggiare. Ai pubblici ministero che lo hanno interrogato ha detto di voler cambiare vita