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Strage sulla A21: mamma e papà trentenni, uno zio e due bimbi di 7 e 2 anni le vittime francesi

Manca ancora l’ufficialità, ma i cinque componenti della famiglia francese morti nel tremendo incidente sulla A21 vicino a Brescia hanno ora un nome e un’identità. Si tratta dei Kornatowski, una giovane famiglia che viveva nel paese di Saint-Vallier-de-Thiey, piccolo centro vicino Grasse, località della regione Alpi marittime-Provenza-Costa Azzurra.
A cura di Francesco Loiacono
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La famiglia Kornatowski
La famiglia Kornatowski

Manca ancora l'ufficialità, ma i cinque componenti della famiglia francese morti nel tremendo incidente sulla A21 vicino a Brescia hanno ora un nome e un'identità. Si tratta di una giovane famiglia che viveva nel paese di Saint-Vallier-de-Thiey, piccolo centro vicino Grasse, località della regione Alpi marittime-Provenza-Costa Azzurra famosa per i profumi. Secondo il quotidiano francese "Nice Matin", poi seguito da diversi mezzi d'informazione italiani, a perdere la vita il 2 gennaio sono stati Wilfrid Kornatowski, 32 anni, la moglie Sabrina, 29 anni, i due figli Nolhan e Lina, di 7 e 2 anni e il fratello minore di Wilfrid, Mathéo, di 13 anni. Sono loro le vittime del tragico rogo causato dall'incendio di un'autocisterna, tamponata proprio dalla Kia Sportage bianca su cui viaggiava la famiglia, a sua volta colpita da dietro da un tir che trasportava sabbia. Il conducente del tir, un italo-macedone residente in Piemonte, è la sesta vittima del tragico schianto che ha funestato l'inizio dell'anno. Proprio sua, secondo la Polstrada, la responsabilità di quanto accaduto: a causa di una distrazione non si sarebbe accorto che le vetture che lo precedevano stavano procedendo a rilento, innescando così la carambola mortale.

Il superstite: Ho visto la morte in faccia

L'unico superstite, il conducente dell'autocisterna che è riuscito a mettersi in salvo prima che le fiamme avvolgessero tutto, ieri ha ripetuto il suo drammatico racconto agli inquirenti della procura di Brescia, che indagano sull'accaduto: "Sono sceso dalla cabina del camion e mi sono reso conto della presenza dell'auto – ha detto l'uomo davanti al sostituto procuratore Roberta Panico – Ero combattuto tra aiutarli e scappare via. L'auto era già avvolta dalle fiamme e i vetri oscurati dal fumo. Ho visto la morte in faccia e speravo che altri si fossero salvati scappando".

Si attende la prova del Dna

Adesso si attende solo che l'esame del Dna confermi senza ombra di dubbio l'identità delle vittime francesi, anche se ormai non sembrano esserci più dubbi. I Kornatowski gestivano dalla scorsa estate un'attività di street food su un camioncino, "L'En-K". I cinque erano in vacanza in Italia: secondo le prime informazioni si stavano recando a Venezia, ma lungo la strada avevano deciso di far tappa a Verona per visitare anche la città di Romeo e Giulietta.

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