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Strage sul lavoro a Milano, i quattro operai morti per asfissia: hanno respirato gas argon

I quattro operai morti a Milano nel grave incidente sul lavoro di una settimana fa sono deceduti per asfissia: lo ha stabilito l’autopsia. Hanno respirato argon, gas pesante che ha saturato la fossa in cui i quattro sono stati trovati privi di sensi. L’allarme era funzionante: potrebbe essere stato ignorato oppure disattivato. Prosegue l’inchiesta per fare luce sul grave incidente: parte dell’azienda è stata dissequestrata ed è tornata operativa.
A cura di Francesco Loiacono
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I quattro operai morti a Milano nel grave incidente sul lavoro di una settimana fa sono deceduti per asfissia. Ma l'autopsia eseguita sulle quattro salme ha chiarito anche che le vittime sono morte a causa di un'intossicazione da argon. È questo dunque, e non l'azoto, il gas pesante e inodore che Arrigo e Giancarlo Barbieri, Giuseppe Setzu e Marco Santamaria hanno respirato sul fondo del forno industriale utilizzato per realizzare laminati di acciaio e titanio. I risultati preliminari dell'autopsia hanno chiarito il motivo per cui i vigili del fuoco, una volta intervenuti sul luogo della tragedia, avevano rilevato la totale assenza di ossigeno nella fossa che ospita il forno, sul fondo della quale sono stati trovati adagiati i corpi dei quattro operai. L'argon è un gas pesante, come l'azoto, che fuoriuscito dal forno (per cause che dovranno adesso essere accertate) si è depositato sul fondo della fossa, spostando l'ossigeno più in alto. E creando così una sorta di camera della morte in cui i quattro dipendenti della "Lamina srl" si sono ritrovati bloccati.

Il giallo dell'allarme: funzionava ma non è scattato

Restano però tanti gli aspetti da chiarire. Il primo è perché l'argon, che tra i suoi vari usi è impiegato anche per saldare metalli come il titanio, sia fuoriuscito dal forno industriale. E il secondo invece ruota attorno al sistema di allarme: secondo quanto verificato nel corso di alcuni accertamenti era funzionante, ma non sarebbe entrato in funzione quando doveva. Le ipotesi sono dunque due: o è stato escluso volontariamente, oppure è stato ignorato. Sono punti che l'inchiesta condotta dai magistrati Tiziana Siciliano e Gaetano Ruta, che vede al momento iscritto nel registro degli indagati (come atto formale) l'amministratore unico della "Lamina srl", dovrà chiarire per rendere dovuta giustizia alle famiglie dei quattro operai deceduti, che Milano si appresta a ricordare con il lutto cittadino e che ieri, nel corso della seduta del Consiglio comunale, sono stati ricordati con un minuto di silenzio. Da questa mattina, comunque, dopo gli accertamenti tecnici irripetibili svolti ieri parte della ditta è stata dissequestrata ed è tornata operativa: restano i sigilli nella parte del forno e della vasca.

Ieri il tavolo in prefettura sulla sicurezza sul lavoro

Intanto sempre ieri, in prefettura, si è tenuta una riunione per fare il punto sul tema della sicurezza sul lavoro. I partecipanti al vertice, convocato dal prefetto Luciana Lamorgese, hanno deciso di istituire un tavolo tecnico operativo realizzato sul modello di quello realizzato per Expo Milano 2015, manifestazione durante la quale non si registrarono incidenti. Lunedì prossimo il tavolo si riunirà per la prima volta per analizzare la situazione e capire dove insistere con i controlli: "L’obiettivo sarà anche quello di arrivare a un protocollo d’intesa fra tutti gli enti interessati", ha detto il prefetto di Milano.

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