Scontri prima di Inter-Napoli, uno degli arrestati accusa il leader della curva nerazzurra
Uno dei tre ultras dell'Inter arrestati per gli scontri prima di Inter-Napoli, nel corso dei quali è morto il 39enne Daniele Belardinelli, avrebbe fatto il nome di uno degli ispiratori dell'agguato ai tifosi napoletani. Si tratterebbe di uno dei leader della Curva Nord dell'Inter. È quanto emerge dagli interrogatori che si stanno tenendo nel carcere di San Vittore, dove si trovano i tre ultras arrestati: i 21enne Luca Da Ros e Simone Tira e il 31enne Francesco Baj. I tre in queste ore si trovano davanti al giudice per le indagini preliminari di Milano Guido Salvini che deve decidere se convalidare o meno gli arresti. Il pubblico ministero ha chiesto che i tre restino in carcere in attesa del processo mentre gli avvocati dei tre ultras puntano alla scarcerazione.
L'ultrà della Curva Nord dell'Inter ascoltato in questura
Il coinvolgimento (che resta da provare) di uno dei leader del tifo nerazzurro ha portato uno dei legali dei tre ultras a rimettere il proprio incarico: l'avvocato Mirko Perlino assiste infatti anche l'ultras accusato da uno degli arrestati. Il leader della curva dell'Inter si è recato in questura proprio accompagnato dal legale, probabilmente per chiarire la sua posizione: non è chiaro se sia stato sottoposto a provvedimenti.
Messa in dubbio la dinamica dell'investimento
Nel frattempo proseguono le indagini per appurare cosa sia successo esattamente la sera del 26 dicembre in via Novara, nei pressi dello stadio Meazza di San Siro. Chiarito che si è trattato di un agguato da parte di ultras nerazzurri, del Varese e del Nizza ai supporter napoletani che si stavano recando allo stadio – un "combattimento", ha detto il pm -, resta da capire chi abbia investito Belardinelli, poi morto nel vicino ospedale San Carlo. Il conducente del suv che avrebbe investito il 39enne non è ancora stato individuato: all'inizio si ipotizzava che potesse essere una persona estranea agli scontri, ma alcune indagini difensive avrebbero messo in dubbio questa ricostruzione. Secondo gli avvocati dei tre indagati l'auto non era diretta fuori Milano, ma verso lo stadio e avrebbe invaso la corsia opposta.