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Salvini, Di Pietro, Ambrosoli e gli altri: si apre la corsa a Palazzo Marino

Dopo l’annuncio della mancata ricandidatura a sindaco di Giuliano Pisapia, si è aperta la corsa a Palazzo Marino: a destra il leader della Lega Salvini apre alle primarie, alle quali potrebbe partecipare anche l’ex ministro Lupi. A sinistra circolano i nomi di Ambrosoli, Fiano e Majorino. Tra gli outsider, l’ex pm Antonio Di Pietro.
A cura di Francesco Loiacono
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L'annuncio della mancata ricandidatura di Giuliano Pisapia a sindaco di Milano ha aperto ufficialmente la corsa a Palazzo Marino, anche se alle Comunali del 2016 manca più di un anno. Le parole di Pisapia sembrano aver ringalluzzito di più quelli che avrebbero potuto essere i suoi sfidanti. Dopo le dichiarazioni a caldo del capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Pietro Tatarella – "Oggi per Milano e per i milanesi è un gran giorno che certifica il fallimento dell'esperienza di governo targata Pisapia e Partito Democratico" -, è arrivata anche la dichiarazione di intenti del segretario della Lega, Matteo Salvini: "Sono a disposizione. Ma se sarò il candidato sindaco, non tocca a me dirlo: saranno i milanesi", ha detto il leader del Carroccio, aprendo alla possibilità di partecipare alle primarie del centrodestra. Primarie auspicate anche dal Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, e che potrebbero vedere protagonista anche l'ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, nonostante la sua recente uscita di scena dal governo per l'inchiesta sulle grandi opere, che non lo vede comunque indagato. Il nome di Lupi è stato fatto anche dalla coordinatrice lombarda di Forza Italia, Mariastella Gelmini. Il centrodestra, comunque, in attesa di un accordo tra Forza Italia e Lega anche sulle questioni regionali, sembra essere compatto sull'interpretazione della rinuncia di Pisapia: "È una gran giornata. La sinistra ammette il suo fallimento e Milano può tornare a sperare dopo anni di buio", ha detto Salvini riecheggiando le parole di Tatarella.

A sinistra si apre la caccia al sostituto di Pisapia

Nel centrosinistra l'annuncio di Pisapia ha fatto iniziare la caccia al suo possibile sostituto. Si fanno i nomi del deputato Pd Emanuele Fiano, di Umberto Ambrosoli, ex candidato alla presidenza della Lombardia e sconfitto da Maroni, dell'assessore alle Politiche sociali di Milano Pierfrancesco Majorino. Le primarie definiranno i nomi in campo e permetteranno di comprendere se il centrosinistra mirerà a replicare l'esperienza della giunta "arancione", vale a dire un'alleanza tra Pd, Sel e movimenti civici, oppure se il Partito democratico deciderà di far valere il 45 per cento dei voti raccolti alle ultime europee, designando un candidato forte il cui nome potrebbe arrivare direttamente dall'alto, ossia dal premier Renzi.

Al di là dei due schieramenti tradizionali, c'è attesa anche per i possibili outsider: tra questi quasi sicuro il nome di Antonio Di Pietro, ex pubblico ministero del pool di Mani pulite che negli anni di Tangentopoli ha scosso dalle fondamenta la politica milanese, e che ormai da tempo ha manifestato il suo desiderio di candidarsi anche perché dagli anni in cui era in procura "non è cambiato niente". La sua candidatura potrebbe avere un peso consistente se venisse in qualche modo appoggiata dal Movimento 5 Stelle. Ma come ha ricordato l'ex magistrato, "bisogna essere in due per sposarsi". La partita per Palazzo Marino è appena iniziata.

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