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Sabbioneta, papà dà fuoco alla casa e uccide il figlio. La mamma: “Adesso sei davvero un angelo”

All’indomani della tragedia di Ponteterra di Sabbioneta, in provincia di Mantova, nella quale ha perso la vita l’11enne Marco Zani le reazioni sono di segno contrapposto. Da una parte la mamma che ha scritto: “Eri un angelo e adesso lo sei nel vero senso della parola”. Dall’altro rabbiosi insulti e minacce indirizzate su Facebook al padre del ragazzo, il 53enne Gianfranco Zani, fermato con l’accusa di aver incendiato la casa in cui si trovava il figlio causandone la morte.
A cura di Francesco Loiacono
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Marco Zani, il bimbo di 11 anni morto nell'incendio appiccato dal padre Gianfranco, a destra (Facebook)
Marco Zani, il bimbo di 11 anni morto nell'incendio appiccato dal padre Gianfranco, a destra (Facebook)

Da una parte il dolore straziante per la tragica scomparsa di un figlio e parole da cui traspare tutto l'amore di una madre. Dall'altra frasi d'odio per chi si è macchiato di un delitto orrendo: aver causato la morte del proprio bambino dopo aver dato fuoco alla casa da cui era stato allontanato per volontà di un giudice, a causa di violente liti. All'indomani della tragedia di Ponteterra di Sabbioneta, in provincia di Mantova, nella quale ha perso la vita il piccolo Marco Zani di 11 anni, le reazioni sono di segno contrapposto. Da un lato la mamma del ragazzo, Silca, che a tarda notte su Facebook ha scritto: "R.I.P cucciolo mio bello, eri un angelo e adesso lo sei nel vero senso della parola… la mamma ti porterà sempre nel cuore, amore mio meraviglioso". Dall'altro, sulla pagina Facebook del 53enne Gianfranco Zani, di professione artigiano, sono comparse minacce e insulti: "Devi bruciare all'inferno", "dovrai marcire di una lenta lentissima agonia", "devi scoppiare", "non devi passarmi per le mani" e così via.

La madre è riuscita a salvare il figlio più piccolo

Quanto avvenuto ieri pomeriggio nella villetta dove vivevano Silca e i suoi tre figli deve ancora essere ricostruito nei dettagli dagli inquirenti. A colpire è sicuramente un elemento: e cioè che il 53enne, che solo pochi giorni fa aveva ricevuto il divieto di allontanamento da parte di un giudice dall'abitazione di famiglia, abbia probabilmente atteso che la moglie uscisse di casa per compiere quella che sembra una ritorsione pianificata. L'uomo e la donna si stavano separando: la famiglia Zani, a parte il padre, da poco era rientrata nella villetta di via Tasso dopo essersi trasferita momentaneamente in una comunità a causa proprio delle violenze del 53enne. Resta da capire se il padre sapesse che due dei suoi tre figli, ritratti nelle foto presenti sul profilo Facebook dell'uomo, si trovassero in casa quando vi ha appiccato il rogo. Uno, un bimbo di quattro anni, è stato salvato dalla madre, che ha incrociato l'uomo mentre tornava a casa e ha subito avuto il presentimento che fosse accaduto qualcosa di brutto. Per l'altro, l'11enne Marco, non c'è stato purtroppo niente da fare: è rimasto bloccato nella sua camera al piano superiore della villetta ed è morto probabilmente intossicato dal fumo. Sarà adesso l'autopsia a chiarire le cause del decesso e a fornire ulteriori elementi agli inquirenti, in attesa che l'uomo, fermato dalla polizia in un bar del Cremonese, parli e racconti cosa lo ha spinto a un gesto così orribile.

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