Rozzano, il giorno dell’omicidio la nipotina aveva raccontato i presunti abusi subiti dal nonno
Una vendetta, consumata proprio nel giorno in cui sua figlia raccontava in una sede protetta i presunti abusi sessuali subìti dal nonno. Questo avrebbe spinto il 35enne E.S. a uccidere l'ex suocero, il 63enne A.C., tornato in maniera improvvida a Rozzano, paese dell'hinterland di Milano in cui non era più il benvenuto. Saranno le indagini della procura di Milano a chiarire se dietro l'omicidio avvenuto lunedì pomeriggio davanti al supermercato "Il Gigante", in mezzo a molti testimoni, vi sia esclusivamente – come pare – la brutta vicenda dei presunti abusi sessuali di un nonno nei confronti della nipotina o se il delitto possa raccontare anche altro. La tesi della vendetta è quella sostenuta dal killer che ieri si è presentato col suo avvocato nella caserma dei carabinieri di Rozzano e ha confessato. Non è stato collaborativo, non ha detto dove si trova la pistola con la quale ha esploso cinque colpi all'indirizzo dell'ex suocero, quattro dei quali lo hanno raggiunto in diverse parti del corpo e ucciso. Ma ha detto che lo doveva uccidere per farsi giustizia da sé e vendicare gli abusi sulla figlioletta che per lui evidentemente erano un fatto accertato.
Il nonno era indagato a piede libero per i presunti abusi
Non era ancora così per la giustizia: il 63enne era effettivamente indagato da novembre per la vicenda, risalente alla scorsa estate, ma nei suoi confronti non erano stati presi ancora provvedimenti. La magistratura stava indagando con i suoi tempi: proprio lunedì mattina la bimba al centro di questa brutta vicenda aveva ricostruito i presunti abusi nel corso di un incidente probatorio, dopo che già in passato era stata ascoltata in sede protetta dagli investigatori della squadra mobile. E proprio lunedì il nonno della ragazzina, originario di Napoli e residente nel capoluogo campano, si trovava a Rozzano. Vi era tornato da qualche giorno nonostante tutti in famiglia e nel paese dell'hinterland milanese conoscessero le intenzioni dell'ex genero: intenzioni forse sottostimate dal 63enne che è stato ucciso mentre si trovava per strada a parlare con altre persone. Ad accompagnare il killer sul luogo del delitto un suo amico, un 27enne incensurato. Anche lui, che era alla guida dello scooter usato dai due per trovare il 63enne, si è costituito, dicendo però di non sapere che l'amico volesse uccidere l'ex suocero. I due si trovano in carcere a San Vittore.