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Roberto Formigoni racconta la sua nuova vita: senza pensione e costretto a prendere i mezzi pubblici

Roberto Formigoni ha aperto per la prima volta la porta di casa sua alle telecamere di Fanpage.it. Davanti agli obiettivi il 72enne ex governatore della Lombardia ha raccontato la sua “nuova vita”: dal marzo di quest’anno è tornato ad essere un comune cittadino che vive in casa con altre persone e si sposta con i mezzi pubblici. E da comune cittadino deve affrontare l’ultimo grado di un processo che lo ha visto condannato in appello a 7 anni e mezzo per corruzione.
A cura di Francesco Loiacono
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È difficile immaginare che la persona che ci apre la porta di casa e ci riceve nel suo salotto sia stato per 18 anni il politico più importante della Lombardia e uno dei più influenti di tutto il Nord Italia. Roberto Formigoni, l'ex "Celeste", dal 1995 al 2013 è stato il Presidente della Regione Lombardia: prima, durante e dopo il suo mandato è stato eletto in più occasioni deputato al Parlamento europeo ed è stato deputato e senatore al Parlamento italiano. Ma dal marzo di quest'anno Formigoni, non eletto, è diventato un "comune cittadino". E a 72 anni si trova ad affrontare, senza alcun "paracadute", una complessa vicenda giudiziaria che lo vede condannato in Appello a sette anni e mezzo per corruzione. I giudici gli contestano di aver ricevuto quando era governatore della Lombardia "utilità" e benefit per oltre sei milioni di euro in cambio di delibere favorevoli a due istituti di cura privati, la Fondazione Maugeri di Pavia e l'ospedale San Raffaele di Milano, quantificate in circa 200 milioni di euro. Formigoni attende l'esito del ricorso in Cassazione: fin dall'inizio dell'inchiesta si è professato innocente ma intanto è costretto a vivere senza pensione – gli è stata pignorata – e basandosi solo sulle entrate che gli derivano dal suo nuovo lavoro come consulente di due aziende.

Per la prima volta Formigoni apre le porte di casa sua alle telecamere

L'immagine dell'ex governatore costretto a prendere i mezzi pubblici come molti suoi concittadini ha particolarmente colpito l'opinione pubblica. Le interviste che Formigoni ha rilasciato ad alcuni mezzi di informazione hanno avuto un'eco molto vasta e anche per capire meglio qual è la "nuova vita" di Formigoni Simone Giancristofaro ha chiesto di poterlo intervistare per Fanpage.it. L'ex governatore ha così aperto per la prima volta le porte di casa sua alle telecamere. Ai microfoni di Fanpage si è raccontato, soffermandosi sulla vicenda giudiziaria che gli sta particolarmente a cuore e sulla sua situazione patrimoniale: "È molto pesante perché mi hanno sequestrato tutti i beni nel 2014, all'inizio del processo, e una sentenza della Corte dei conti a maggio mi ha sequestrato tutta la pensione", dice l'ex governatore. Sulla sua vicenda giudiziaria tiene a precisare quanto già affermato in altre circostanze: "Nel 2006 un amico che da anni invitava i suoi amici ha invitato anche me, che ero suo amico da 40 anni. È un errore questo? L'amicizia è un reato? Secondo taluni sì. La magistratura – aggiunge Formigoni – mi contesta alcune delibere e leggi, ma le delibere e le leggi sono atti collegiali. Perché non sono stati condannati insieme a me tutta la giunta e addirittura tutto il Consiglio regionale?". In secondo luogo Formigoni contesta la mancanza di una "mazzetta": "Non hanno trovato nessun soldo e allora si sono inventati questo concetto delle utilità".

Le vacanze sugli yacht e il voto di povertà: "Se contrasta me ne pento, ma non è reato"

Inutile sottolineare come, d'altra parte, il tribunale in due diversi gradi di giudizio non abbia preso in considerazione gli elementi citati da Formigoni, condannandolo in primo grado a sei anni e in appello a sette anni e mezzo. Senza indulgere sugli aspetti giudiziari, chiediamo allora a Formigoni se, almeno da un punto di vista di opportunità, non si penta di aver trascorso le vacanze su un lussuoso yacht: "Contrasta col mio voto di povertà? – si chiede il 72enne, che fa parte di Comunione e liberazione – se contrasta me ne pento, è un peccato, ne ho parlato con il mio confessore, ma una volta di più non è un reato". La domanda introduce la parte più intima dell'intervista all'ex Celeste: esauriti i temi giudiziari, non resta che farsi offrire un caffè preparato nella cucina dell'abitazione che Formigoni divide con altre due persone, soffermarsi sulle sue foto con alcune delle personalità più importanti del XXesimo e XXIesimo secolo (tra cui Papi e Capi di Stato e di governo) e recarsi assieme – rigorosamente sui mezzi pubblici – a Palazzo Lombardia, la sede della Regione fatta costruire proprio da Formigoni verso la fine del suo ultimo mandato: "Governavo una delle regioni più belle e forti d'Europa – dice l'ex governatore non senza un pizzico d'emozione ai piedi del grattacielo – a una fase ne segue un'altra, sono stato eletto quattro volte e non avrei potuto ripresentarmi una quinta. Quindi senza alcun rimpianto e con tanta soddisfazione mi sono dedicato ad altro".

(Ha collaborato Simone Giancristofaro)   

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