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Renzi a Sala: “Torni a fare il sindaco”. E arriva il sostegno di 140 “colleghi”

Il sindaco di Milano Beppe Sala, autosospesosi dopo essere stato indagato, incassa il sostegno di Matteo Renzi: “Gli chiediamo di fare ciò che i milanesi gli hanno chiesto di fare”, ha detto dall’assemblea Pd l’ex presidente del Consiglio. Un invito affinché Sala riprenda le sue funzioni è arrivato anche da 140 sindaci e dal governatore Maroni, imputato in un processo per presunte indebite pressioni: “Sala ha sbagliato, torni a lavorare”.
A cura di Francesco Loiacono
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Aveva già incassato la solidarietà di molti esponenti del mondo politico e istituzionale. Oggi Beppe Sala, sindaco "assente" di Milano dopo la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per un appalto di Expo, completa in qualche modo la "collezione" di attestati di stima con l'invito del suo grande sponsor, Matteo Renzi: "Comprendiamo la sua amarezza ma gli chiediamo di fare ciò che i milanesi gli hanno chiesto di fare", ha detto l'ex presidente del Consiglio dal palco dell'assemblea del Pd.

L'appello di 140 sindaci: "Riprenda le sue funzioni"

L'invito di Renzi arriva dopo la lettera-appello inviata a Sala da 140 "colleghi" sindaci: "La decisione del nostro collega Beppe Sala di autosospendersi dalla carica di sindaco di Milano è certamente un gesto di grande sensibilità, pieno di dignità e orgoglio. Lo comprendiamo e lo rispettiamo. Ma gli chiediamo di riprendere la sua funzione", è riportato all'inizio della lettera, che riporta come primo firmatario il sindaco di Catania e presidente del consiglio dell'Anci, Enzo Bianco, in passato ministro dell'Interno. In un passaggio della lettera si precisa: "Se passa il messaggio che, di fronte al semplice avvio di una indagine, all'iscrizione nel registro degli indagati, un amministratore è gravemente indebolito nell'esercizio delle sue funzioni, si determinano gravi conseguenze".

Maroni: "Sala ha sbagliato, torni a lavorare"

Un punto sottolineato anche da un altro politico che ha invitato Sala a tornare sui propri passi, il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Il quale è particolarmente toccato dal tema, dal momento che è a processo (dunque non solo indagato, ma imputato) con l'accusa di aver fatto indebite pressioni per favorire due sue collaboratrici: "Sala ha sbagliato, torni a lavorare, la sua è una scelta sbagliata – ha detto il governatore lombardo al quotidiano "La Repubblica" .- Il mio processo è in corso ma ho reagito come si deve reagire sapendo di essere totalmente estranei a una vicenda che definisco surreale. La presunzione di innocenza è sancita dalla Costituzione. Non c’è motivo di sospendersi o di tenere una posizione del genere".

Maroni è poi tornato su uno dei punti politici più importanti determinati dalla decisione di Sala, e cioè il rischio che molte delle questioni rilevanti per Milano (e a cascata per la Regione Lombardia) subiscano una battuta d'arresto a causa dell'assenza del sindaco: "Vedo delle incognite sul progetto per il post Expo", ha spiegato il governatore, che si è detto poi preoccupato per l'attuazione dei patti sottoscritti dal governo, tra cui la fusione tra Trenord e Atm e quella tra la Sea e la Sacbo (società che gestiscono gli aeroporti di Malpensa e Linate nel primo caso e di Bergamo-Orio al Serio nel secondo) "per la creazione di un sistema aeroportuale lombardo".

Il tema della "città senza governo" (anche se di fatto il vicesindaco Anna Scavuzzo ha subito preso le redini dell'amministrazione) è stato sollevato anche dal segretario del Carroccio Matteo Salvini. Dopo le dichiarazioni garantiste degli scorsi giorni, oggi ha puntualizzato: "Milano non può permettersi di rimanere bloccata per settimane. Quando il bimbo Sala avrà deciso cosa farà da grande, vedremo". Ma lo stesso sindaco sa di non potersi permettere un'assenza troppo prolungata: già domani potrebbe definire una linea d'azione col proprio legale per incontrare il sostituto procuratore generale Felice Isnardi, colui che lo ha iscritto nel registro degli indagati per concorso in falso materiale e ideologico.

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