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Opinioni

Picchiarono l’autista di un bus Asf a Como: condannati i 4 aggressori

Sono stati condannati a pene comprese tra un anno e nove mesi e un anno e due mesi i quattro uomini, due cittadini nigeriani e due gambiani, che lo scorso 5 giugno a Como aggredirono un autista di un bus di linea e un suo collega, dopo che questi avevano chiesto loro i biglietti. I quattro, tutti richiedenti asilo, resteranno in carcere. Dopo l’aggressione il ministro dell’Interno Salvini si era recato a Como, mentre la società Asf Autolinee aveva deciso di installare telecamere a bordo di tutti i bus.
A cura di Francesco Loiacono
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Bus Asf Como
Bus Asf Como

Lo scorso 5 giugno aggredirono l'autista di un autobus di linea a Como, colpevole a quanto pare di aver chiesto loro il biglietto, e poi si scagliarono anche contro un suo collega intervenuto per aiutarlo. Oggi per i quattro uomini autori di quel gesto, due cittadini nigeriani e due gambiani, sono arrivate quattro condanne. Tre di loro sono stati riconosciuti colpevoli dei reati di interruzione a pubblico servizio, lesioni e resistenza: la procura aveva chiesto per loro due anni e sei mesi, ma il tribunale li ha condannati a un anno e nove mesi di detenzione. Il quarto imputato, che aveva scelto a differenza degli altri il rito abbreviato anziché quello ordinario, è stato invece condannato per gli stessi reati a un anno e due mesi. Tutte le persone condannate sono dei richiedenti asilo: uno di loro, quello che ha optato per il rito abbreviato, aveva alle spalle una precedente condanna. A nessuno di loro è stata concessa la sospensione condizionale della pena e dunque tutti resteranno in carcere.

Dopo l'aggressione anche Salvini era andato a Como

L'aggressione ai danni degli autisti dell'autobus aveva portato a Como anche Matteo Salvini, in una delle sue prime uscite pubbliche da ministro dell'Interno: "Sarò a Como, dove sono stati aggrediti due autisti da alcuni stranieri, non solo per solidarietà ma per dimostrare con azioni concrete tutta la nostra fermezza", aveva detto Salvini. Dopo l'aggressione dello scorso 5 giugno e un presunto episodio di discriminazione da parte di un autista (poi licenziato) ai danni del papà di un passeggero che viaggiava senza biglietto, la società Asf autolinee (che gestisce il trasporto pubblico a Como e nel Lecchese) aveva deciso di introdurre le telecamere a bordo di tutti i bus, spiegando di non voler "abbandonare al proprio destino i suoi dipendenti".

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