Passeggiate genitori-figli, il sindaco di Alzano Lombardo contro la circolare: “Qui restano vietate”
Il sindaco di Alzano Lombardo, uno dei comuni della Bergamasca più colpiti dalla pandemia di Coronavirus, ha ribadito che le passeggiate, anche di genitori con i propri figli, restano vietate sul proprio territorio comunale. Con un messaggio pubblicato anche sulla pagina Facebook del Comune Camillo Bertocchi, primo cittadino di Alzano, è intervenuto sulla questione della circolare del Viminale che ieri sera ha autorizzato le passeggiate di un genitore per volta con il proprio figlio nei dintorni della propria abitazione. Il sindaco ha chiesto ai suoi agenti della polizia locale di "disapplicare l'interpretazione (circolare) del Ministero dell'Interno sulla possibilità di passeggiate, sia perché non in grado di intervenire sull'ordinanza regionale 21.03.2020 attiva fino al prossimo 15 aprile, sia perché non in grado di incidere sull'attività di vigilanza della Polizia Locale, che resta in capo al Sindaco".
Alzano non intende modificare nulla e sanzionerà chiunque violi le regole
Bertocchi ha poi spiegato il motivo del suo provvedimento: "Chiarezza, fermezza e tempestività continuano ad essere principi imprescindibili per la lotta al covid e non intendiamo disorientare i cittadini con continui cambiamenti di regole – ha scritto -. Salvo quindi atti coercitivi superiori che dovessero essere imposti al sottoscritto, ad Alzano non si intende modificare nulla di ciò che è in vigore e la Polizia Locale sanzionerà chiunque violi le regole". Alzano Lombardo è uno dei comuni della Bergamasca in cui i morti per Covid-19 potrebbero essere molti di più di quelli ufficiali: in un suo intervento di qualche giorno fa il sindaco aveva spiegato che, dal 23 febbraio, i morti erano stati 100 contro gli 11 dello stesso periodo dell’anno scorso. Adesso che, come in tutta la Lombardia, la crescita dei contagi sembra finalmente rallentare, il primo cittadino non intende allentare la presa: sulla stessa linea anche l'assessore regionale al Welfare di Regione Lombardia, che si è scagliato contro la circolare del Viminale giudicandola "gravissima", soprattutto per il messaggio che trasmette a livello psicologico.