Parisi, la giunta contava davvero: ma ora si aprono nuovi orizzonti “nazionali”
Forse avevano ragione quelli de "Il Terzo segreto di satira": "E' la giunta che conta". Tra Beppe Sala e Stefano Parisi, al ballottaggio ha vinto chi aveva fatto almeno qualche nome dei suoi possibili futuri collaboratori, cioè Sala. Mentre Parisi, che ha scelto la strategia del silenzio, potrebbe non aver convinto chi temeva che con una sua vittoria la foto-ricordo sul palco sarebbe stata una sorta di ritrovo dei compagni di liceo: La Russa, Albertini, De Corato (che resta fuori da Palazzo Marino dopo decenni), Lupi, Salvini, Gelmini. In sostanza, quasi una riedizione di una Milano del passato che i milanesi, almeno la maggioranza, non volevano più.
Certo, da come si è mosso mister Chili Tv in campagna elettorale è comunque emerso il profilo di una figura che, forse, avrebbe saputo tenere a bada le componenti eterogenee dell sua coalizione, frenando eccessivi personalismi e lotte intestine. Ascoltando tutti, ma decidendo in autonomia, in sostanza. Lo dimostra la fermezza con cui, al di là di qualche singolo episodio – leggi il caso Stefano Pavesi – ha tenuto fuori dalla coalizione l'estrema destra, chiudendo ad esempio la porta in faccia a Noi x Milano di Nicolò Mardegan, che aveva imbarcato CasaPound. E lo dimostrano anche alcune sue dichiarazioni pre-ballottaggio sul suo "mentore" Gabriele Albertini, reo di un'uscita destabilizzante sul ruolo della Lega: "Albertini non è un politico. Non ha sensibilità politica – ha detto Parisi riferendosi alla frase dell'ex sindaco di Milano sulla "marginalità" del Carroccio -. Non ha fatto null'altro che dire che il ruolo della Lega è importante all'interno della maggioranza e poi il sindaco lo farò io".
Una frase da leader. Confinato nei confini (seppur ampi) di Milano o proiettato verso orizzonti più ampi, magari nazionali? La particolare fase politica, con i problemi di salute di Berlusconi e il risultato comunque ottimo ottenuto dal centrodestra a Milano (al contrario di altre piazze come, soprattutto, Roma) sembrano pronosticare per Parisi un futuro ritorno a Roma, città dove è nato. Lui ha detto che rimarrà in Consiglio comunale a fare opposizione a Sala. Ma potrebbe trattarsi di un periodo di rodaggio in vista di un salto dimensionale. D'altronde, commentando la sconfitta di ieri Parisi ha affermato: "Cambieremo profondamente la politica in Italia". E le parole, come diceva Nanni Moretti, sono importanti.