Palme e banani in piazza Duomo, un anno dopo: i milanesi hanno dimenticato le polemiche?
Sembra passato molto tempo, ma in realtà è solo un anno. Di questi tempi, nel febbraio 2017, a Milano e in tutta Italia sembrava esserci un solo argomento di conversazione: le palme e i banani in piazza Duomo. Vi ricordate i fotomontaggi ironici e razzisti, le polemiche di chi tirava in ballo l'immigrazione incontrollata, le ronde dell'estrema destra, perfino l'esaltato (mai individuato, tra l'altro) che arrivò a incendiare uno degli incolpevoli alberi? Ecco, se già allora tutto appariva al limite del grottesco, a distanza di un anno si può dire senza ombra di dubbio che la città (e non solo) fu attraversata da una forma di isteria collettiva, probabilmente alimentata anche dai social network.
Sia chiaro: una parte della città accolse la novità esotica (che poi tanto esotica non è, basta farsi un giro nella cripta della chiesa di San Sepolcro o nei giardini che si trovano accanto alla Basilica di San Simpliciano, solo per fare due esempi, per trovare palme ben più antiche di quelle del Duomo) con spirito critico (nel bene o nel male), ma senza manifestazioni di isteria. D'altronde, le aiuole sarebbero "fiorite" del tutto solo in seguito, mostrando il loro vero volto. Inoltre, punto che molti sembrarono non aver compreso allora, palme e banani abbandoneranno il loro posto vista Cattedrale tra due anni: fanno parte di un progetto di riqualificazione temporaneo approvato tra gli altri dalla Soprintendenza e finanziato da Starbucks, la catena statunitense di caffetterie che aprirà a ottobre di quest'anno in piazza Cordusio.
A un anno di distanza cosa resta di quelle polemiche? La città sembra aver dimenticato le palme, o meglio: gli alberi esotici sembrano essere stati accettati da milanesi e turisti, per i quali costituiscono insoliti soggetti da fotografare sullo sfondo delle guglie del Duomo, parti integranti dell'ambiente urbano di una delle piazze più belle d'Italia. E questo mostra in maniera ancora più lampante quanto fossero esagerate le polemiche di chi li aveva osteggiati e come, in un mondo in cui i mezzi di comunicazione e le opportunità per utilizzarli sono sovrabbondanti, si corra il rischio di alimentare inutili isterie se non si agisce con un minimo di buonsenso e spirito critico.