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News sull'omicidio di Rozzano

Omicidio Rozzano, l’ex suocero del killer forse attirato in trappola per una vendetta di famiglia

Il 63enne ucciso a Rozzano dall’ex genero potrebbe essere stato vittima di una vendetta di famiglia. Le indagini sull’omicidio avvenuto lunedì pomeriggio vicino Milano potrebbero estendersi anche ad altri parenti del 35enne reo confesso: l’ipotesi della procura è che possano aver attirato in trappola il 63enne, accusato di abusi sulla nipotina minorenne, per potersi vendicare.
A cura di Francesco Loiacono
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Le indagini sull'omicidio avvenuto a Rozzano, nell'hinterland di Milano, lunedì pomeriggio sono appena all'inizio. E potrebbero riservare molte sorprese. Stando ad alcune indiscrezioni la procura di Milano starebbe indagando anche su altri amici e parenti del killer, ex genero della vittima, che potrebbero aver attirato in trappola il 63enne. Il movente di un delitto avvenuto in pieno giorno e davanti a molti testimoni sembra essere quello di una vendetta del killer nei confronti dell'ex suocero per una brutta vicenda di presunti abusi sessuali del nonno sulla nipotina minorenne, vicenda oggetto di un'inchiesta da parte della magistratura. Sembra che proprio poche ore prima del delitto la bimba, figlia dell'omicida, avesse ricostruito i presunti abusi, che sarebbero avvenuti l'estate scorsa, nel corso di un incidente probatorio.

Perché la vittima è tornata a Rozzano? L'ipotesi di una trappola famigliare

La procura di Milano non aveva chiesto provvedimenti nei confronti del 63enne A.C., poi ucciso dall'ex genero. L'uomo era dunque a piede libero. Ma uno dei punti poco chiari della vicenda è perché il 63enne, residente a Napoli, si trovasse lunedì a Rozzano nonostante in paese (e anche in famiglia) tutti sapessero della "sete di vendetta" da parte dell'ex genero, per il quale a quanto pare i presunti abusi erano un fatto accertato. A questo punto potrebbero entrare in scena altri componenti della famiglia del 63enne: l'uomo, questa l'ipotesi della procura, potrebbe essere stato attirato a Rozzano proprio dai suoi stessi famigliari per quella che si è rivelata essere una trappola mortale. La vittima era nella cittadina dell'hinterland di Milano da alcuni giorni, ospite di uno dei suoi figli. Forse sono stati proprio loro (tra i quali c'è anche la mamma della bambina che sarebbe stata abusata) a decidere di "lavare l'onta" degli abusi con un omicidio che, anche per le modalità con cui è stato compiuto e per strani riti che si sono visti in seguito (processione di malavitosi locali a rendere omaggio al killer e poi applausi all'uscita dello stesso dalla caserma dei carabinieri dove si era costituito), riporta a quanto accade nei clan della criminalità organizzata. Il quadro e i rapporti famigliari sono adesso al vaglio degli inquirenti che indagano anche sui precedenti di alcuni membri della famiglia (lo stesso omicida è un pregiudicato). Si dovrà capire se qualcuno ha riferito al killer della presenza dell'ex suocero a Rozzano o se qualcun altro (oltre al ragazzo che guidava lo scooter, costituitosi ieri assieme al killer) abbia aiutato più o meno consapevolmente l'omicida nella sua vendetta mortale, che forse è stata una vendetta di famiglia.

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