Omicidio Marilena Negri, un anno dopo ancora nessuna pista: scagionato l’unico sospettato

A un anno di distanza le indagini sull'omicidio di Marilena Negri, la 63enne sgozzata al parco di Villa Litta a Milano, sono tornate al punto di partenza. L'unica persona finora sospettata per l'omicidio, infatti, è stata scagionata: la procura ha chiesto per lui l'archiviazione dal momento che l'uomo, un cittadino di nazionalità ucraina, è risultato totalmente estraneo alla vicenda dopo i dovuti accertamenti. Non è dunque lui l'uomo che era stato ripreso da una telecamera di sorveglianza nei pressi del parco che si trova ad Affori, dove all'alba del 23 novembre del 2017 Marilena era stata colpita alla gola mentre portava a spasso il suo cane. Un colpo che probabilmente, secondo gli inquirenti, è arrivato al culmine di quella che doveva essere una rapina che è poi degenerata.
Adesso, a quasi un anno esatto dall'omicidio, i magistrati sono pronti a chiedere una proroga sulle indagini. Si ripartirà dalle tracce di Dna rilevate sul collo e sulla borsetta della vittima, dalla sagoma (molto sgranata) ripresa dalla telecamera di sorveglianza – quelle posizionate proprio nel parco non hanno ripreso alcuna scena utile perché orientate male – e dalla collanina con medaglietta che Marilena indossava sempre e che l'omicida potrebbe averle strappato dal collo. Gli inquirenti ipotizzano che chi ha ucciso la 63enne possa essere uno sbandato. L'uomo immortalato dalle telecamere indossava un giubbotto bicolore blu e verde col cappuccio tirato su fino a rendere irriconoscibile il volto: purtroppo però è difficile che, a distanza di così tanto tempo, qualcuno possa ricordare informazioni utili a individuare il killer, ancora a piede libero un anno dopo il delitto.