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News sull'omicidio di Rozzano

Omicidio di Rozzano: per il giudice è stato premeditato, convalidati i fermi

Il giudice per le indagini preliminari di Milano Elisabetta Meyer ha convalidato i fermi del 35enne accusato di aver ucciso l’ex suocero a Rozzano e del suo presunto complice. Per il giudice il delitto dello scorso lunedì è stato premeditato. Il killer avrebbe agito per vendetta: sua figlia, nipotina della vittima, avrebbe subito abusi sessuali da parte del nonno che per questo motivo era indagato dalla procura.
A cura di Francesco Loiacono
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Secondo il giudice per le indagini preliminari di Milano Elisabetta Meyer, l'omicidio dello scorso lunedì a Rozzano, nell'hinterland di Milano, è stato premeditato. All'indomani dell'interrogatorio di convalida il gip di Milano ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 35enne E.S., killer reo confesso, e per il 27enne che lo ha accompagnato sul luogo del delitto con lo scooter. Per i due l'accusa è di omicidio aggravato dalla premeditazione, come indicato anche dai pubblici ministeri che indagano sulla vicenda, Monia Di Marco e Letizia Mannella.

Dopo la convalida del fermo proseguono le indagini sull'omicidio del 63enne A.C., ucciso dall'ex genero per vendicarsi dei presunti abusi sessuali commessi dall'ex suocero sulla nipotina, figlia dell'omicida. Il 35enne che ha freddato l'ex suocero con quattro colpi di pistola, conosciuto e temuto nella cittadina dell'hinterland di Milano come uno dei boss della locale malavita, nel corso dell'interrogatorio di convalida che si è tenuto ieri nel carcere di San Vittore aveva ribadito la tesi della vendetta, escludendo però la premeditazione: "Una reazione istintiva, ma non premeditata", avrebbe detto. L'omicida avrebbe anche provato a scagionare il suo presunto complice: il 27enne si era presentato come il killer dai carabinieri all'indomani del delitto ammettendo di averlo accompagnato dall'ex suocero, ma negando di conoscere le intenzioni del 35enne. La versione del killer non è però evidentemente stata reputata credibile dal gip, che nella convalida del fermo ha contestato anche la premeditazione.

L'omicidio lo stesso giorno in cui la bimba ricostruiva gli abusi del nonno

Una vendetta covata a lungo e consumata in maniera pianificata, dunque. Lunedì pomeriggio il killer, saputo che l'ex suocero, residente a Napoli, era tornato a Rozzano – il motivo di questo ritorno è uno dei punti ancora da chiarire, così come l'arma del delitto che ancora non si trova – lo ha cercato assieme al complice. Quando lo ha trovato, davanti al supermercato "Il gigante", gli ha esploso contro cinque colpi di pistola, quattro dei quali andati a segno. La vittima al momento dell'omicidio stava parlando con conoscenti e parenti: e proprio la partecipazione di altri famigliari alla pianificazione del delitto, una sorta di vendetta di famiglia, è uno degli elementi al vaglio degli inquirenti. Di certo si sa che l'omicidio è avvenuto proprio nello stesso giorno in cui la nipotina della vittima aveva ricostruito i presunti abusi subiti dal nonno nel corso di un incidente probatorio al tribunale di Milano. Gli abusi non sarebbero avvenuti solo la scorsa estate, ma forse andavano avanti dal 2016. Il 63enne era indagato per questa vicenda dalla procura che però non aveva preso per lui alcun provvedimento. L'uomo potrebbe aver abusato anche di altri minori.

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