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Omicidio Desirée Piovanelli, a Leno spuntano cartelli con insulti al padre: “Miserabile burattino”

Due cartelli con insulti sono stati appesi in strada a Leno, in provincia di Brescia, all’indirizzo del padre di Desirée Piovanelli, la ragazza di 14 anni uccisa nel 2002 in circostanze mai del tutto chiarite. Il padre della ragazza un anno fa aveva fatto aprire un’inchiesta bis sul caso, sostenendo che il mandante del delitto sia ancora in circolazione e che dietro la vicenda ci fosse un giro di pedofilia. Sui volantini appare la scritta “Piovanelli Maurizio sei un miserabile burattino appeso ai fili dei burattinai di Leno”, ma anche insulti alle forze dell’ordine, a un imprenditore che ha presentato un esposto in Procura facendo il nome del presunto mandante del delitto e al padre di una ragazza vittima anni fa di prostituzione minorile e che aveva denunciato un uomo del paese.
A cura di Simone Gorla
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Sono passati diciassette anni dall'omicidio di Desirée Piovanelli, uccisa nel 2002 a soli 14 anni in circostanze mai del tutto chiarite. Ma i veleni sulla tragica vicenda sembrano destinati a non finire mai. Due cartelli con insulti sono stati appesi in strada a Leno, paese in provincia di Brescia, all'indirizzo del padre della ragazza con la scritta: "Piovanelli Maurizio sei un miserabile burattino appeso ai fili dei burattinai di Leno". A riportare la notizia è Il Giornale di Brescia.

Omicidio di Desirée Piovanelli: per strada cartelli con insulti al padre

Per l'omicidio sono stati condannati a 30 anni di carcere Giovanni Erra, all'epoca l'unico adulto, a 18 anni Nicola Bertocchi, a 15 anni a Nicola Vavassori e a 10 anni a Mattia Franco. Maurizio Piovanelli un anno fa aveva fatto aprire un'inchiesta bis sulla morte della figlia, sostenendo che dietro all'omicidio ci fosse un giro di pedofilia e che il mandante del delitto sia ancora in libertà. Su un secondo cartello comparso in strada c'è un attacco agli uomini "in divisa" definiti" vigliacchi". Nel messaggio sono stati anche citati due residenti in paese: uno è un imprenditore che ha presentato un esposto in Procura facendo il nome del presunto mandante e l'altro è il padre di una ragazza vittima anni fa di prostituzione minorile, che aveva denunciato un uomo del paese, poi condannato a otto anni. Maurizio Piovanelli, che ha sporto denuncia ai carabinieri, a febbraio scorso aveva trovato un fantoccio con un teschio sul cancello di casa.

L'indagine bis, il super testimone e la traccia di Dna: l'ipotesi del mandante mai individuato

Nel mese di aprile di quest'anno la tragica vicenda di Desirée Piovanelli era tornata a riempire le pagine dei giornali per i racconti di un ‘super testimone', un imprenditore di Leno che in una lunga deposizione davanti agli investigatori della polizia aveva riferito quello che accadeva in paese negli anni in cui venne uccisa la 14enne. Una vicenda di droga, pedofilia, festini a luci rosse che, secondo il 70enne, sarebbe collegata al destino della ragazzina uccisa il 28 settembre del 2002. C'è poi un altro elemento che potrebbe portare a individuare altre persone coinvolte nell'assassinio. I legali di Piovanelli hanno chiesto alla procura di Brescia di analizzare una traccia di Dna che era stata trovata sul giubbotto di Desirée. La traccia biologica, secondo i carabinieri del Ris di Parma, apparterrebbe a "un soggetto di sesso maschile diverso dagli indagati".

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