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Omicidio della 14enne Desirée Piovanelli: da un fazzoletto spunta una nuova traccia di Dna

Nuovo colpo di scena nel caso dell’omicidio di Desirée Piovanelli, la 14enne uccisa a Leno (Brescia) nel 2002. Una nuova traccia di Dna appartenente a un soggetto di sesso maschile ignoto, diverso dai quattro già condannati per il delitto, è stata scoperta su un fazzoletto recuperato nella cascina dove avvenne l’omicidio. La procura di Brescia, dopo un esposto dei legali del padre di Desirée, ha aperto una nuova inchiesta per omicidio a carico di ignoti: il papà dell’adolescente è convinto che dietro il delitto vi siano uno o più mandanti legati al mondo della pedofilia.
A cura di Francesco Loiacono
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Desirée Piovanelli
Desirée Piovanelli

Sono due le tracce di Dna mai prese in considerazione in relazione all'omicidio di Desirée Piovanelli, la ragazza di 14 anni uccisa nel 2002 a Leno, nel Bresciano. Il caso per la giustizia è già risolto: per il brutale delitto dell'adolescente, uccisa a coltellate in una cascina, sono stati condannati in via definitiva quattro persone: tre ragazzi di Leno all'epoca minorenni che hanno già scontato la loro pena e Giovanni Erra, l'unico adulto al momento dei fatti che ha scontato 16 dei 30 anni di condanna. Erra però si è sempre proclamato innocente e negli scorsi mesi dal carcere aveva chiesto ai suoi legali di lavorare alla revisione del processo. Ma anche il papà di Desirée, Maurizio Piovanelli, non ha mai accettato la verità giudiziaria convinto che dietro la morte della figlia possa esserci un mandante che sarebbe legato alla pedofilia.

Scoperta una seconda traccia di Dna mai presa in considerazione

Alla fine di marzo i legali del papà di Desirée avevano chiesto alla procura di Brescia di analizzare una traccia di Dna che era stata trovata sul giubbotto che la figlia indossava al momento della morte, sul gomito e sul costato. La traccia biologica, come messo agli atti del processo dai carabinieri del Ris di Parma, apparterrebbe a una persona di sesso maschile diverso dalle quattro che sono poi state condannate dal delitto, ma non era mai stata presa in considerazione dai giudici. Sulla base di quella prima traccia la procura di Brescia ha aperto una nuova inchiesta per omicidio, a carico di ignoti. Adesso, come riportato dal quotidiano "Il Giornale di Brescia", arriva anche la notizia di una seconda traccia biologica: anche in questo caso apparterrebbe a un secondo soggetto ignoto diverso dalle persone condannate per il delitto e sarebbe stata trovata su un fazzoletto recuperato nella cascina di Leno dove morì Desirée. La speranza del padre della ragazza è che grazie a queste nuove tracce si possa fare piena luce su quanto accaduto alla figlia e trovare eventuali colpevoli fino a questo momento sfuggiti alla giustizia.

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