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“Non tutti i mendicanti sono poveri, ci ricattano moralmente”: parroco difende ordinanze anti accattonaggio

Don Roberto Pandolfi, parroco di San Bartolomeo a Grandate, in provincia di Como, sul sito della parrocchia ha scritto due lunghe riflessioni in cui difende le ordinanze anti accattonaggio firmate da diversi sindaci, tra cui quello di Como: “Non tutti i mendicanti sono poveri – scrive il sacerdote – molti, troppi, si approfittano del nostro essere cristiani e ci ricattano moralmente”.
A cura di Francesco Loiacono
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I mendicanti sono tutti poveri? No, secondo don Roberto Pandolfi, da ottobre 2015 parroco di San Bartolomeo a Grandate, in provincia di Como. Sul sito della piccola parrocchia (che conta quasi tremila anime) il sacerdote ogni lunedì pubblica le proprie riflessioni. E le ultime due "puntate" di questa rubrica sono state dedicate al tema delle ordinanze anti accattonaggio che molti Comuni hanno emesso dopo la legge Minniti/Orlando sulla pubblica sicurezza. Due, in Lombardia, i casi che hanno fatto più clamore: a Como, dove poco prima di Natale era scoppiato il caso dei volontari allontanati mentre davano da mangiare ad alcuni senzatetto, e a Bergamo, dove a fine febbraio i vigili avevano multato alcune persone che dormivano nel piazzale degli autobus perché ostruivano il passaggio.

Nelle sue riflessioni del 12 e del 19 marzo don Pandolfi è intervenuto su questi due casi, soffermandosi in particolare su quanto accaduto a Como. Il cui "povero" sindaco, Mario Landriscina, secondo il sacerdote si è visto riservare un trattamento più duro del suo omologo bergamasco, Giorgio Gori, che in quei giorni era "impegnato nella campagna elettorale per la presidenza della Regione Lombardia". "Forse l’unica colpa dei componenti di giunte di destra-leghiste – spiega don Pandolfi – è quella di non arrampicarsi sui vetri per trovare giustificazioni che non facciano arricciare le ipersensibili narici di certi ambienti anche cattolici". Secondo il sacerdote, invece, la giunta di centrosinistra di Bergamo avrebbe presentato l'intervento dei vigili come "umanitario": "Forse perché – aggiunge il prete – in una giunta di sinistra alcuni provvedimenti (che se presi da altre giunte di destra-leghiste vengono qualificati come “anti-poveri” tout court) hanno sempre bisogno di motivazioni alte e nobili".

Nelle nostre città certe situazioni sono difficili da gestire

Dall'esempio di Bergamo, che comunque don Pandolfi trova "eloquente", il sacerdote parte per la sua riflessione: "Nelle nostre città certe situazioni sono difficili da gestire e qualcuno dovrà pur pensare a qualche soluzione significativa, che non sia esclusivamente quella del servizio di ristorazione (dalla colazione del mattino alla cena. Siamo onesti: a Como e in tante altre città nessuno muore di fame. E infatti basta offrire un panino ai vari questuanti per sentirsi rifiutare l’offerta) e di alloggio, come se una città fosse un albergo che offre pensione completa gratis. E forse – aggiunge don Pandolfi – sarà anche il caso di pensare se non siano inopportuni, a lungo andare, tanti interventi di supplenza assistenzialista che non cambiano  nulla della situazione di disagio. Che non è solo quella dei barboni e dei mendicanti. Gesù ha detto: “I poveri li avrete sempre con voi”. Ma i mendicanti sono tutti poveri?".

Alla domanda don Pandolfi si risponde da solo dopo una settimana. Il 19 marzo infatti il prete ha pubblicato la "seconda puntata" della sua riflessione sulle ordinanze anti accattonaggio, scaturita da una sua visita a Como. Il sacerdote enumera tutte le persone che ha incontrato e che gli hanno chiesto l'elemosina: zingari, "tre baldi giovani africani, che ti chiedono l’obolo e nelle pause tra un ‘cliente' e l’altro telefonano con telefoni fantastici", barboni "nostrani", "africani venditori di libri". Poi, ispirato dalla visita al Duomo di Como, il sacerdote scrive: "Chissà, forse è più facile vedere Gesù in un tabernacolo piuttosto che vederlo in tutte quelle persone che ho incontrato prima. Ma mi viene da pensare che anche le povere vecchiette braccate dai suddetti “Gesù” sono Gesù. E che non tutti i mendicanti sono poveri. E che la maggior parte di loro, vista l’età, potrebbe tranquillamente andare a lavorare. Ma, si sa, qualcuno il lavoro non lo trova mai…".

Molti si approfittano del nostro essere cristiani e ci ricattano moralmente

Ma è nell'ultima parte della sua riflessione che don Pandolfi concentra i suoi pensieri più duri: "Pensieri brutti, forse – scrive lui stesso – Per esempio che molti, troppi, si approfittano del nostro essere cristiani e ci ricattano moralmente. Se non diamo l’elemosina ci sentiamo in colpa e così continuiamo a foraggiare parassiti, alcolizzati, sfruttati e sfruttatori. Per esempio – aggiunge – che non è dignitoso per una persona vivere di elemosina. E se lo fa per scelta non può avermi come complice delle sue scelte, che reputo sbagliate. Fino a che punto l’assistenzialismo fa bene alla società? Chi ha il potere di farlo non può trovare soluzioni rispettose di tutti, del venditore africano (o italiano o americano o russo) e della vecchietta importunata? Capisco che non sia facile. Ma almeno bisogna provarci. Le ordinanze dei sindaci sono anche questo – conclude don Pandolfi – un modo per provare a risolvere i problemi. Si potrà anche sbagliare, ma almeno ci si prova. E noi cristiani dovremmo tener presente che Gesù dobbiamo vederlo in tutti. Anche nei sindaci e nei vigili".

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