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Niente prove antincendio da tre anni per il personale Trenord, M5s e Pd: “Denuncia molto grave”

“Quello che denunciano i lavoratori è molto grave”. Le opposizioni nel Consiglio regionale della Lombardia chiedono chiarimenti sul caso dei mancati corsi di aggiornamento antincendio per i macchinisti e capitreno di Trenord, denunciato dai sindacati. Il Movimenti 5 Stelle ha depositato un’interrogazione all’assessore competente. Critico anche il Partito democratico: “L’azienda scarica i disservizi sui lavoratori”, commenta il consigliere dem Pietro Bussolati.
A cura di Simone Gorla
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Incendio a bordo di un treno nel dicembre 2017 (Foto Twitter Andrea Sparaciari)
Incendio a bordo di un treno nel dicembre 2017 (Foto Twitter Andrea Sparaciari)

"Immaginiamo un treno in fiamme con 700 cittadini a bordo e nessun lavoratore che sappia spegnere o domare l'incendio. La situazione successa sul treno partito da Cremona è la prova che può accadere". I sindacati dei lavoratori Trenord non abbassano il tiro dopo la denuncia, contenuta in una comunicazione alla direzione operativa dell'azienda, in cui affermano che negli ultimi tre anni "la quasi la totalità dei macchinisti e capitreno di Trenord ci informano di non aver sostenuto alcuna prova pratica rispetto al corso antincendio".

Corsi antincendio per macchinisti e capitreno Trenord: botta e risposta tra azienda e sindacato

In merito l'azienda ha assicurato che "adempie regolarmente quanto previsto dalla normativa in materia" spiegando che "all’ingresso in azienda, il personale di bordo – macchinisti e capitreno – segue il corso antincendio per aziende a rischio medio" in base alla normativa che "prevede che la redazione di Piani di Emergenza Interni e i relativi momenti di formazione e aggiornamento avvenga nel caso di luoghi di lavoro occupati da 10 o più dipendenti. Tale normativa si applica anche a bordo treno, in Trenord e in tutte le altre aziende di trasporto ferroviario".

"La risposta di Trenord non corrisponde alle norme di legge previste. Il datore di lavoro nelle aziende fino a 10 dipendenti è esonerato dalla redazione del piano di emergenza, ma non dalla nomina degli addetti quindi la formazione è comunque sempre necessaria non solo al momento dell'assunzione, ma costantemente (ogni 3 anni la pratica)", è la replica di Luca Beccalli, segretario aggiunto di Orsa Ferrovie.

Depositata un'interrogazione all'assessore regionale ai Trasporti

Sul caso sono intervenute le opposizioni in Consiglio regionale. "Questa vicenda dimostra che i problemi del servizio ferroviario ricadono anche sulla sicurezza di lavoratori e pendolari. Un servizio andato al collasso l'anno scorso per mancanza di personale, obsolescenza dei treni e una governance non chiara", commenta Nicola Di Marco, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, spiegando di aver depositato "un’interrogazione urgente per chiedere chiarimenti all’assessore a Infrastrutture e trasporti Claudia Maria Terzi".

Le opposizioni in Regione: Denuncia molto grave, problemi scaricati sui lavoratori

"Quello che denunciano i lavoratori è molto grave, soprattutto perché Trenord con la sua risposta conferma di fatto la cosa, dicendo che fanno il corso al momento dell'assunzione. Almeno le prove pratiche di aggiornamento andrebbero fatte", sottolinea il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati. "Quello che è stato denunciato non è l'unico problema legato alla sicurezza a bordo dei treni. I dati stessi di Trenord dimostrano che c'è un aumento di atti di vandalismo e aggressioni che riguardano il personale viaggiante".

Per le opposizioni la pressione delle difficoltà che attraversa l'azienda si scarica sui dipendenti. "Nonostante 150 assunzioni nell'ultimo anno e il taglio del 5 per cento dell'orario di servizio trasformato in pullman, soppressioni e ritardi sono aumentati rispetto al passato, tranne che per i mesi successivi al disastro di Pioltello, quando la situazione era oggettivamente ancora più grave. Se togliamo i mesi da febbraio ad agosto 2018 gli indicatori dicono che il servizio è in calo – ricorda Bussolati -. L'azienda scarica i disservizi sui lavoratori, che spesso diventano il capro espiatorio, invece che riorganizzare la società". "La responsabilità è di chi ha fatto per vent'anni scelte politiche di disinteresse verso rete e treni, non ha mai fatto investimenti per i binari, ma solo per le strade – conclude il consigliere regionale del Partito democratico -. Con questo approccio, è chiaro che con il raddoppio dei pendolari avvenuto negli ultimi anni la rete non regge".

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