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Niente mensa per i bimbi immigrati a Lodi: “Niente più disparità, il Comune modifichi regolamento”

Svolta nel caso dei bimbi figli di immigrati che, a Lodi, si erano visti rifiutare l’accesso alla mensa scolastica: il Comune è stato “condannato” a modificare il regolamento di accesso alle prestazioni sociali agevolate affinché anche i cittadini al di fuori dell’Unione Europea abbiano lo stesso trattamento degli altri.
A cura di Valerio Papadia
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Si è concluso con una sentenza di "condanna" il caso dei bambini, figli di immigrati, emarginati, ai quali, nel mese di ottobre, era stato negato l'accesso alla mensa scolastica da parte del Comune di Lodi. Grazie all'ordinanza emessa dal giudice Nicola Di Plotti, il Comune è stato invitato a modificare il regolamento di accesso alle prestazioni sociali agevolate di modo che anche i cittadini che non fanno parte dell'Unione Europea abbiano garantiti gli stessi diritti degli altri, con le stesse modalità di accesso. Il Tribunale di Milano ha così dato ragione ad alcuni genitori dei bambini che si erano visti negare l'accesso alla mensa, dovendo portare il pasto da casa, accogliendo il loro ricorso contro il Comune di Lodi.

Il caso è scoppiato con l'inizio dell'anno scolastico, effetto del nuovo regolamento sull'accesso ai servizi accessori della scuola a tariffe agevolate approvato dalla giunta comunale di Lodi, guidata dalla sindaca leghista Sara Casanova. Il Comune aveva chiesto alle famiglie in cui anche un solo membro fosse extracomunitario, di presentare un certificato Isee dei loro Paesi d'origine affinché potessero dimostrare di avere un reddito tale da poter usufruire dei servizi scolastici, come gli scuolabus o la mensa appunto, gratuitamente o a tariffe agevolate. In molti dei Paesi d'origine delle famiglie dei bimbi, però, non è così facile ottenere un certificato del genere. Il risultato è che circa 130 bambini si sono ritrovati discriminati, costretti a non poter accedere alla mensa come i loro compagni e a dover portare un panino da casa.

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