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Neonato muore poco dopo il parto all’ospedale di Manerbio (Brescia): l’ombra della polmonite

Tragedia all’ospedale di Manerbio, nel Bresciano: un neonato è morto poco dopo il parto a causa di un’improvvisa crisi respiratoria. I genitori, che non sono nemmeno riusciti ad abbracciarlo, hanno presentato un esposto in procura. L’ospedale ha disposto l’autopsia: si sospetta che dietro il decesso del piccolo possa esserci una polmonite batterica, forse provocata dalla legionella. Nel Bresciano e nel Mantovano è in corso un’epidemia che ha causato già 500 casi: tra le persone ricoverate negli ultimi giorni anche quattro bambini.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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L'ombra della polmonite si allunga minacciosa anche sul decesso di un bimbo morto subito dopo il parto. La tragedia è avvenuta all'ospedale di Manerbio, nel Bresciano, territorio colpito dall'epidemia di polmonite batterica che, da inizio settembre, ha già causato cinque morti tra il Bresciano e il Mantovano. A riportare i dettagli dell'ultimo caso sospetto è stata la testata "Bresciaoggi", che ha spiegato come il neonato sia morto a causa di una grave crisi respiratoria dovuta a quanto pare a un'infezione. I genitori del bimbo non sono nemmeno riusciti ad abbracciarlo: il piccolo si è aggravato a pochi minuti dalla nascita ed è morto poco dopo, nonostante un ricovero d'urgenza nel reparto di Terapia intensiva neonatale. Secondo i parenti non c'erano state complicazioni né durante la gravidanza né durante il parto: l'infezione sarebbe stata contratta dunque proprio negli istanti successivi al parto. E l'ipotesi, che le indagini mediche e della magistratura dovranno suffragare o smentire, è che anche nel caso del neonato la causa del decesso possa essere stata una polmonite batterica. Se a sua volta causata dal batterio della legionella o no lo dovrà stabilire l'autopsia, che è stata già disposta: i genitori del neonato avrebbero intanto presentato un esposto in procura.

La morte del neonato a Manerbio potrebbe essere l'ultima tragedia legata all'epidemia di polmonite che finora, tra Bresciano e Mantovano, ha fatto registrare 500 casi, con cinque decessi. La legionella è responsabile, stando agli accertamenti svolti finora, solo di una minima parte di questi casi: al batterio sono imputati finora due decessi e una quarantina di pazienti contagiati. Per i restanti casi si è ancora alla ricerca della fonte del contagio: pochi giorni fa l'Agenzia per la tutela della salute ha smentito se stessa, facendo dietrofront sull'ipotesi che il batterio si fosse annidato nelle torri di raffreddamento di alcune aziende che si trovano lungo il fiume Chiese. E adesso è proprio il corso d'acqua, l'unico elemento che unisce i comuni dove si è concentrato il maggior numero di casi, il maggior indiziato. In attesa che le autorità sanitarie possano fornire chiarimenti alla popolazione, l'epidemia, definita dall'Istituto superiore di sanità "unica al mondo", continua a spaventare: i casi sono arrivati a quota 500 e solo ieri ci sono stati 13 nuovi accessi al pronto soccorso, tutti nel Bresciano. Tra le persone ancora ricoverate per la polmonite, oltre un centinaio, in maggioranza maschi e anziani, ci sono anche quattro bambini di età compresa tra i 6 e gli 8 anni: sono tutti ricoverati agli Spedali Civili di Brescia.

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