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‘Ndrangheta, a Seregno striscione di solidarietà sul bar chiuso per infiltrazioni

Nella notte tra mercoledì e giovedì a Seregno (Monza e Brianza) è apparso uno striscione di solidarietà con la scritta “Noi vi vogliamo bene” davanti alla saracinesca di un bar-panetteria chiuso per infilitrazioni della ‘ndrangheta. Un segnale inquietante del radicamento della criminalità organizzata in Lombardia.
A cura di Francesco Loiacono
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Lo striscione a Seregno (Foto da Twitter @seregnotv)
Lo striscione a Seregno (Foto da Twitter @seregnotv)

Uno striscione di solidarietà con la scritta "Noi vi vogliamo bene" e un cuore rosso è apparso nella notte di mercoledì di fronte a un bar panetteria di Seregno (in provincia di Monza e Brianza) chiuso dalla prefettura. Potrebbe essere un gesto di affetto nei confronti dei proprietari (la famiglia Tripodi) se non fosse che il motivo per cui il locale è stato chiuso, assieme ad un altro, è che gli inquirenti hanno sospetti abbastanza fondati su "possibili infiltrazioni mafiose" nei due bar. Oggetto quindi di un'interdittiva, lo strumento preventivo che – come accaduto per molti appalti di Expo – può escludere da appalto o far chiudere quelle aziende che risultino "in odor di mafia". La criminalità organizzata di cui si parla a Seregno (e sempre più in Lombardia, specie in Brianza e nel Comasco, come l'ultima operazione a Mariano Comense ha dimostrato) è la ‘ndrangheta. E allora ecco che, alla luce di tutti questi elementi, quanto accaduto mercoledì notte a Seregno acquista tutto un altro significato.

Lo striscione è un segnale inquietante

Un significato inquietante. Perché significa in fin dei conti due cose: in primo luogo che c'è gente che sostiene un locale chiuso per ‘ndrangheta. E in secondo luogo perché non ci si fa problemi a mostrare pubblicamente (e anche in maniera piuttosto eclatante) questo sostegno in pubblico. Quasi un atto di forza per testimoniare come la penetrazione della ‘ndrangheta nel tessuto sociale lombardo (ormai un dato di fatto, come testimoniato da alcune indagini quale Infinito, nella quale fu arrestato e condannato proprio un membro della famiglia Tripodi, Antonino, uno dei soci del bar chiuso).

D'altronde, anche la politica locale sembra avallare la presunta "normalità" della presenza a Seregno di attività commerciali in odor di mafia. L'ex sindaco leghista Giacinto Mariani del bar panetteria Tripodi disse nel 2014: "E’ una panetteria come tutte le altre, è una famiglia come tutte le altre che ha una regolare attività sul territorio". Sulla stessa lunghezza d'onda l'attuale sindaco di Forza Italia Edoardo Mazza: nel maggio 2015 per la sua campagna elettorale portò a prendere un aperitivo nel bar perfino l'ex vicepresidente della Lombardia Mario Mantovani, poi arrestato per una presunta storia di tangenti.

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