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‘Ndrangheta in Lombardia, 28 arresti: sgominata “locale” di Mariano Comense

Vasta operazione dei carabinieri di Milano e di altre città della Lombardia e di tutta Italia contro la ‘ndrangheta. Smantellata la “locale” di Mariano Comense, attiva nel traffico di droga e in altre attività illecite come estorsioni e rapine. Ventotto gli arresti effettuati su richiesta della Dda di Milano: ci sono anche esponenti storici della ‘ndrangheta.
A cura di Francesco Loiacono
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Una vasta operazione contro l'infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia è stata condotta all'alba di oggi nelle province di Milano e Monza e in altre città italiane. Il blitz, condotto dai carabinieri del comando provinciale di Milano e coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo, ha portato a 28 arresti. In manette sono finiti 27 italiani e un albanese, tutti accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico degli stupefacenti, usura e estorsione e rapine. Per undici fra gli arrestati le indagini avrebbero accertato in maniera incontrovertibile l'affiliazione alla ‘ndrangheta.

L’operazione dei carabinieri ha permesso di smantellare la "locale" di ‘ndrangheta di Mariano Comense in provincia di Como, dedita al traffico internazionale degli stupefacenti destinati ai mercati lombardi, calabresi e pugliesi e attiva anche nel racket delle estorsioni a commercianti locali, non tralasciando l’usura e le rapine. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno potuto anche assistere a dinamiche interne alla "locale". In particolare ad attriti tra la figura del capo e quella di un affiliato che rivendicava per sé un ruolo di maggior spicco all’interno della struttura. La questione è stata oggetto di numerose "discussioni" ed è stata portata all’attenzione dei vertici criminali in Calabria.

Tra le accuse traffico di droga, rapine ed estorsione

L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano Andrea Ghinetti su richiesta dei magistrati della Dda Alessandra Dolci e Marcello Tatangelo. L'inchiesta era partita nel 2012 e aveva già portato all’arresto in flagranza di reato di nove persone, tutte pregiudicate, e al sequestro di circa 200 chili di sostanze stupefacenti. L'operazione odierna è stata condotta dai militari di Milano, Monza, delle province confinanti e delle città di Crotone, Reggio Calabria e Bari.

Il pm: "In pochissimi denunciano la presenza della ‘ndrangheta al Nord"

Soddisfatta, ma non felice, il magistrato Dolci, che nel corso della conferenza stampa sull'operazione ha affermato: "Sono passati 5 anni e mezzo dagli arresti di Crimine Infinito, e siamo ancora qua a svolgere indagini che testimoniano la penetrazione della ‘ndrangheta calabrese in territorio lombardo. Purtroppo in pochissimi casi le vittime denunciano la sua presenza al Nord". Una constatazione condivisa anche dal comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Canio Giuseppe La Gala, che ha rivolto un appello ai cittadini affinché aiutino le forze dell'ordine segnalando tentativi di infiltrazione da parte dei mafiosi.

Proprio dalla denuncia di un imprenditore di origini calabresi, che aveva fatto entrare nella sua società uno ‘ndranghetista e progressivamente era stato esautorato dall'azienda per via dei suoi metodi violenti, è partita l'inchiesta che oggi è sfociata nei 28 arresti. Tra di loro ci sono nomi storici della ‘ndrangheta, già arrestati nelle prime indagini sulle infiltrazioni al nord risalenti agli anni '90. Una delle persone finite in manette è inoltre uno dei partecipanti al famoso summit che si tenne in un circolo Arci (intitolato a Falcone e Borsellino) di Paderno Dugnano: l'incontro, durante il quale fu eletto un capo cosca, era stato ripreso dai carabinieri, che però non sono ancora riusciti a individuare la totalità delle persone che vi prese parte.

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