Morte di Sana Cheema: la procura di Brescia indaga per omicidio il padre, lo zio e uno dei fratelli
Assolti in Pakistan, indagati per omicidio in Italia. Si riapre ufficialmente il caso della morte di Sana Cheema, la ragazza pachistana ma residente a Brescia che lo scorso aprile era deceduta nel proprio Paese d'origine in circostanze misteriose. Il padre, lo zio e uno dei fratelli della ragazza sono stati indagati dalla procura generale di Brescia con l'accusa di omicidio. A deciderlo è stato il procuratore generale di Brescia, Pier Luigi Maria Dell'Osso, che ha avocato a sé l'inchiesta sulla morte di Sana dopo che i famigliari della ragazza sono stati assolti dalla giustizia pachistana perché sia le testimonianze, sia i risultati dell'autopsia sulla salma della ragazza non sarebbero risultati attendibili.
Anche il premier Conte ha chiesto chiarezza sulla morte di Sana
Negli scorsi giorni la procura di Brescia aveva già aperto un fascicolo sulla vicenda, senza indagati né ipotesi di reato. La morte di Sana Cheema è stata una vicenda che ha scosso Brescia e non solo: anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva scritto al Primo ministro pachistano affinché venisse fatta piena luce al più presto su quello che aveva definito un "brutale assassinio". Adesso la decisione della procura generale bresciana per cercare di capire le circostanze della morte della ragazza, che secondo i suoi amici sarebbero legate alla sua decisione di rifiutare un matrimonio combinato in patria dalla sua famiglia. Non è ancora chiaro se il procuratore vorrà procedere per omicidio politico, come anticipato negli scorsi giorni.