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Misterioso benefattore dona una nuova lapide per Hina Saleem, uccisa dal padre nel 2006

Il suo brutale omicidio, nell’agosto del 2006, fece scalpore: Hina Saleem venne sgozzata dal padre, che ne seppellì il corpo nel giardino di casa a Ponte Zanano, nel Bresciano. Da mesi la lapide della ventenne nel cimitero Vantiniano di Brescia versava in pessime condizioni: pochi giorni fa un anonimo benefattore ne ha donata una nuova.
A cura di Francesco Loiacono
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Hina Saleem, sgozzata dal padre nel 2006 (Wikipedia)
Hina Saleem, sgozzata dal padre nel 2006 (Wikipedia)

A dodici anni di distanza dalla sua morte, la lapide di Hina Saleem nel cimitero monumentale Vantiniano di Brescia versava ormai in pessime condizioni: la foto della ventenne si era staccata e attorno alla lapide proliferavano erbacce. Dopo una lettera al "Quotidiano di Brescia" in cui si segnalava la situazione, pubblicata negli scorsi mesi, un anonimo benefattore ha deciso di intervenire donando ai famigliari della ragazza, uccisa dal padre nell'agosto del 2006, una nuova lapide. Il benefattore ha ottenuto il benestare della famiglia e ha fatto partire i lavori, contattando la ditta del marmista Claudio Tonelli. Da pochi giorni i visitatori del cimitero monumentale possono soffermarsi davanti alla nuova lapide per Hina, che si trova nel riquadro islamico del camposanto. Sulla lapide ci sono la mezzaluna e la stella, simbolo dell'Islam: ma c'è soprattutto il sorriso di Hina, ragazza strappata troppo presto alla vita.

La vicenda della ragazza, proveniente da una famiglia islamica ma vicina allo stile di vita occidentale, era diventato all'epoca il simbolo degli effetti più beceri dell'integralismo: nelle cronache ci si era infatti più volte soffermati sul fatto che Hina fosse stata sgozzata dal padre (condannato in Cassazione nel 2010 a 30 anni) proprio perché desiderava vivere all'occidentale. In realtà, come emerge anche dalla lettura delle motivazioni dei giudici, l'uomo agì "non già su ragioni o consuetudine religiose o culturali, bensì sulla rabbia per la sottrazione al proprio reiterato divieto paterno", cioè per "un patologico e distorto rapporto di possesso parentale". Elemento che nulla cambia rispetto all'efferatezza del gesto: il padre di Hina, dopo averla uccisa, ne nascose il corpo nel giardino di casa in via Dante, a Ponte Zanano, nel Bresciano. Adesso, a 12 anni dalla sua brutale uccisione, Hina ha ottenuto almeno una lapide dignitosa su cui i suoi parenti e amici potranno ricordarla.

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