Spaccio e vita ai margini nelle canzoni: anche la crew “Gola’s Locos” dietro i roghi sui Navigli
Benvenuti in via Gola, «lì dove non vivi ma ci sopravvivi». In quel pezzo di Milano che «sembra Scampia ma senza le vele», dove ci sono «bravi ragazz ma con i kalash» (i Kalashnikov, ndr). Non c’è nessun pregiudizio o luogo comune nelle nostre parole, anche perché queste parole sono nella canzone di uno dei componenti della Gola’s Locos, la crew di rapper finita nell’indagine della Squadra mobile milanese per i roghi in via Gola la notte di capodanno e per la successiva aggressione ai pompieri che tentavano di spegnere le fiamme. Una bravata, come l’ha definita qualcuno semplicisticamente, che gli è costata l’accusa di incendio doloso in concorso, interruzione di pubblico servizio, resistenza, furto e lancio di oggetti pericolosi.
Gli investigatori della Mobile, assieme ai colleghi del commissariato di Porta Ticinese e della Digos hanno individuato 9 persone, in particolare si sono concentrati su un brasiliano di 20 anni, irregolare con precedenti per ricettazione e reati contro il patrimonio, e tre italiani di 21, 22 e 23 anni. I tre minorenni, invece, sono due marocchini di 17 e 16 anni e un albanese di 16 (gli ultimi due hanno con precedenti per spaccio). Il 16enne marocchino è stato trovato anche in possesso di una scacciacani.
Trap, spaccio e periferia
Alcuni dei ragazzi coinvolti, in un’intervista rilasciata alla Rai nei giorni successivi all’episodio, hanno detto: «Viviamo un quartiere difficile, ma non c’entriamo con il crimine. Noi vogliamo cambiare». Un messaggio di speranza che riempie il cuore ma che è esattamente il contrario dei testi e dei video del gruppo. Si parla di vite violente («se sbagli paghi, ti portiamo il conto») ma soprattutto di spaccio («ho un paio di chili nascosti per casa, entra la madama, non troverà nada»… «siamo quei raga di Gola, vendevo erba non entravo a scuola»… «vestito bianco avorio, in casa 7 droghe sembra un emporio»…), e di tutto quel mondo della periferia edulcorata dal linguaggio della trap. Per cui la spia si chiama “snitch”. Un modello replica di mille repliche. C’è così poco contenuto che i video, a esclusione di un paio che arrivano a 11mila visualizzazioni, per lo più ne raccolgono poche centinaia.
A tradire alcuni degli indagati sono stati i video di quella notte pubblicati sui social, il terreno dove crescere la propria credibilità gangsta. Si fanno chiamare i ragazzi della GL27, dal civico di via Gola dove proprio l’altra mattina gli agenti hanno eseguito uno degli sgomberi, ma la scelta della sigla sembra richiamare a quella della più famosa MS13, vera gang di latinos. Per gli investigatori il loro livello criminale è «ridicolo», negli uffici della questura prevale la classificazione di "teppisti". Via Gola non sembra Scampia ma a guardare i video di questa crew pare che quasi gli dispiaccia.