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Milano, sgomberato il giardino Lea Garofalo in piazzale Baiamonti. Il Comitato: “Non ce ne andiamo”

“Perché avete usato la logica dei bulldozer e avete distrutto tutto quello che avevamo creato nei giardini?”. Il Comitato Baiamonti Verde Comune protesta contro l’intervento con cui il Comune di Milano ha sgomberato lo spazio verde dei giardini Lea Garofalo, che il gruppo di cittadini aveva occupato realizzando iniziative culturali e sociali. L’area è stata svuotata e transennata in vista dell’edificazione della seconda Piramide, progettata dagli architetti Herzog e De Meuron.
A cura di Simone Gorla
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"Perché ieri mattina, sindaco Beppe Sala e assessore Pierfrancesco Maran, avete fatto questo? Perché avete usato la logica dei bulldozer e avete distrutto tutto quello che avevamo creato nei giardini? Perché avete distrutto la scena e l'anfiteatro costruiti dagli artisti di strada? Perché avete tagliato tutto, comprese tante piante e aiuole che stavamo curando da un anno? Perché avete nuovamente recintato e Perché tutta l'area? Che cosa abbiamo fatto di male?".

È il messaggio con cui il Comitato Baiamonti Verde Comune, in un post su Facebook, protesta contro l'intervento con cui il Comune di Milano ha sgomberato lo spazio verde che il gruppo di cittadini aveva occupato realizzando iniziative culturali e sociali. L'area è stata svuotata e transennata, come già era avvenuto lo scorso ottobre, in vista dell'avvio degli interventi propedeutici per l'edificazione della seconda Piramide, progettata dagli architetti Herzog e De Meuron, che ospiterà, come stabilito nel Pgt, il Museo della Resistenza nell'area dell'attuale Giardino Comunitario Lea Garofalo in Porta Volta.

Piazzale Baiamonti, sgomberato il giardino occupato: il comitato protesta

Il comitato di Baiamonti Verde Comune descrive gli eventi pubblici che si sono tenuti nel Giardino e annuncia nuove iniziative che prevedono la rioccupazione dell'area già da domani sera: "Noi rimaniamo, non ci facciamo intimidire dalla forza e dall'uso indiscriminato del potere, e siamo sempre disponibili a un confronto serio su quello che stiamo portando avanti ormai da tre anni. Forse è un delitto essersi occupati di un'area verde comunale abbandonata? Averla curata e animata? Avere creato uno spazio dove abbiamo proiettato grandi film e sono passate centinaia di persone in pochi giorni? Uno spazio dove poter ripararsi all'ombra e dove poter fare un picnic? Un'Area Lea Porta Volta dove gli artisti di strada avevano creato una piccola casa per alternarsi in spettacoli e prove? E voi avete distrutto tutto! Perché? Statene certi, quello è un bene comune, e nel rispetto della collettività noi lo riapriremo".

Il Comitato promette anche di continuare le attività che erano in programma nello spazio verde occupato, "a partire dalla festa delle Brigate Volontarie per l'emergenza di domani sera, che hanno svolto quel lavoro mutualistico che voi non siete riusciti a compiere, dando aiuto nel momento del lockdown a tutte le persone e le famiglie che non avevano mezzi per sostenersi. E proseguiremo venerdì con un'altra serata cinematografica Cinema in Giardino! – Moonlight, e sabato con il concerto Reggaemotion sull'erba per continuare a dare vitalità a tutta l'area di Baiamonti". A sostegno della protesta anche altre realtà associativ e movimenti cittadini, come Fridays For Future Milano, Coordinamento San Siro, Difendiamo Piazza d'Armi e Salviamo il parco del Campus Bassini del Politecnico di Milano, Salviamo Benedetto Marcello
Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo, Lato B – l'altro lato di Milano, Un AltroPiano x Milano, Comitato la Goccia,  Milano InMovimento, ArcipelagoMilano.

Il Comune di Milano: Non intendiamo lasciare l'area vuota

"L’area di piazzale Baiamonti che fino al 2017 ha ospitato un distributore di benzina è attualmente in custodia alla società Tamoil, che nei prossimi giorni la riconsegnerà al Comune di Milano.  Tamoil ha infatti completato e certificato la bonifica dei suoli dopo lo smantellamento del distributore di benzina", ha precisato Palazzo Marino in una nota. "Da procedura, un'area pubblica dismessa da un utilizzo privato deve essere riconsegnata libera all'amministrazione. Come il Comune ha avuto modo di apprendere questa mattina, Tamoil nei giorni scorsi è intervenuta quindi per rimuovere gli elementi di occupazione. Non è obiettivo del Comune di Milano – si legge nella comunicazione – lasciare l’area recintata e inagibile fino all’inizio dei lavori per la realizzazione del Museo Nazionale della Resistenza. Pertanto, una volta che l'area sarà tornata in carico all'Amministrazione, si valuterà, nel quadro delle norme comunali, la possibilità di attivare patti di collaborazione o altre modalità contrattuali per consentirne la fruizione pubblica fino all'avvio dei cantieri, nel rispetto e nella tutela degli spazi in cui durante gli scavi di bonifica sono emersi i resti delle mura spagnole".

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