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Milano, sgomberato di nuovo il centro sociale del Giambellino sede del comitato degli occupanti

Polizia all’alba in via Manzano: apposti nuovamente i sigilli al centro sociale sede del Comitato abitanti Giambellino-Lorenteggio, sgomberato una prima volta nell’ambito dell’inchiesta che ha portato lo scorso dicembre all’arresto di 9 militanti dell’area antagonista, accusati di organizzare l’occupazione delle case Aler e la resistenza agli sfratti.
A cura di Valerio Renzi
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Immagine di repertorio sgombero al Giambellino
Immagine di repertorio sgombero al Giambellino

Forze dell'ordine di nuovo in assetto antisommossa al civico 4 di via Manzano, storica sede del Comitato abitanti Giambellino-Lorenteggio, e del centro sociale Base di Solidarietà Popolare. Nella mattinata di oggi – martedì 5 febbraio – le forze dell'ordine hanno nuovamente apposto i sigilli allo spazio che era stato nuovamente occupato lo scorso 3 gennaio, a meno di un mese dal primo sequestro. Il blitz è scattato alle 6.30 del mattino. In quel momento all'interno non si trovava nessuno degli occupanti e degli attivisti. La polizia sta provvedendo a svuotare i locali di tutto ciò che si trova all'interno. Nella sede di via Manzano si trovava una scuola di sostegno scolastico per i ragazzi del quartiere e una mensa popolare, oltre a ospitare riunioni e assemblee.

Lo sgombero della Base Popolare era avvenuto nell'ambito dell'inchiesta che ha portato lo scorso dicembre all'arresto di 9 militanti dell'area della sinistra antagonista, ritenuti responsabili dell'organizzazione delle occupazioni di case Aler sfitte nel quartiere e di organizzare la resistenza agli sgomberi. L'operazione – denominata "Robin Hood" – ha visto i ragazzi inquisiti difendersi rigettando l'accusa di organizzare il così detto "racket delle case popolari", ovvero di prendere denaro in cambio di aiutare qualcuno ad occupare: "Chiunque abbia un po' di sale in zucca conosce la differenza fra lottare ed essere un racket. Noi non abbiamo mai preso soldi per nulla, perché noi non siamo una cricca di mafiosi, ma un comitato di solidarietà". Gli stessi inquirenti hanno appurato che nessuno di loro in effetti agiva per ricavarne un lucro personale.

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